Alla faccia del cazzo! Neanche il tempo di essere eletto presidente del consiglio comunale di Orta di Atella che Nando D’Ambrosio ha subito detto solennemente una puttanata grande quanto l’Everest. E lo ha fatto al cospetto dei componenti dell’assise e della nutrita platea accorsa nell’aula consiliare in occasione della prima seduta della nuova amministrazione griffata Andrea Villano. “Ho posto fine a un ventennio buio”, ha tuonato D’Ambrosio. In molti si sono messi in fretta la mano sulla bocca per trattenere una fragorosa risata. Era chiarissimo il riferimento al “ventennio” di Angelo Brancaccio. Inevitabili le risate sotto ai baffi. E le occhiate sorprese e di scherno lanciate dai presenti al neo presidente del civico consesso. Il sipario del teatro dell’assurdo si è alzato subito dopo la votazione che si è conclusa con l’elezione di D’Ambrosio. L’avvocato “sinistrato” ha incassato 11 voti, quelli di tutti i consiglieri di maggioranza. Mentre l’opposizione ha dato il proprio consenso ad Anna Castelli (5 preferenze), esponente della lista Coraggio, definito un nome di garanzia e di competenza, oltre che per il fatto di essere donna. Quando ha preso la parola il neo “capo” dell’assise è andata in scena una memorabile puntata di “Oggi le comiche”. Il baldo giovane ha dichiarato di rappresentare lui la “vera discontinuità”. E poi, come già detto, tra il giubilo popolare ha esclamato una battuta che resterà nella storia delle cazzate amministrative ortesi: “Ho posto fine a un ventennio buio”.

Tanto per non perdere l’abitudine Campania Notizie ha la prova fotografica che Nando D’Ambrosio è un bugiardo. Mente sapendo di mentire. E fra l’altro, viste le sue parentele e le sue frequentazioni, è l’ultimo a poter parlare di discontinuità. Nella foto, scattata durante il matrimonio della figlia del gestore del Circolo Verdi “sotto la teglia” pochi giorni prima dell’arresto di Angelo Brancaccio per camorra, si possono ammirare alcuni personaggi noti alle cronache politiche e giudiziarie. Guardiamo la foto da sinistra. Il “boss” Brancaccio fa sempre la sua sporca figura. Poi scorgiamo il padre della sposa. Accanto a lui Enzo Roseto. Sono infine immortalati il famigerato Pasquale Garofalo, il genero di Mario Indaco, alias “Pesciolino”, condannato per una serie di reati gravi, e il sorridente baldo giovane D’Ambrosio (è proprio lui, non è un sosia). Brancaccio non ha bisogno di presentazioni. Neppure Garofalo. Ne abbiamo parlato in alcuni articoli. È lo zio del neo presidente del consiglio comunale, accusato dai pentiti di essere stato durante il sacco edilizio di Orta di Atella un imprenditore legato al clan dei Casalesi e prestanome di Nicola Schiavone (che si è da poco pentito), figlio del capo della cosca Francesco Schiavone Sandokan. Forse il neo timoniere del consiglio ha posto fine al “ventennio di Brancaccio” a colpi di brindisi con lui? Può darsi.

Ma c’è di più. Fino a pochi mesi fa al civico n. 34 di via Petrarca in Orta di Atella era ubicato lo studio legale dell’avvocato Nando D’Ambrosio (non era un omonimo, garantisco al 100%) congiuntamente a quello dell’avvocato Tania Brancaccio con tanto di targa affissa all’ingresso pedonale indicante l’attività professionale. Al civico n. 34 di via Petrarca in Orta di Atella si trovava e si trova ancora ora (serve una visura catastale?) la casa di Angelo Brancaccio, lo stesso del ventennio. E Tania Brancaccio è la figlia del “Mostro”. E non finisce qui. A memoria d’uomo non si sono mai registrate rotture politiche tra il nuovo presidente dell’assise e l’ex sindaco ortese. Tutt’altro. Nell’ultima fase del suo mandato D’Ambrosio era diventato l’uomo di fiducia di Brancaccio. Ci sono decine e decine di testimoni oculari. Eppure ha avuto la faccia di bronzo di affermare di aver “posto fine a un ventennio buio”. Speriamo che nella seconda seduta consiliare non dica anche che lui garantisce trasparenza e legalità. Sarebbe davvero troppo.

Mario De Michele

P.S. La salvaguardia del bilancio e i debiti fuori bilancio sono stati approvati con i soli voti della maggioranza. Il consiglio ha infine conferito un encomio ai commissari prefettizi per l’attività svolta al Comune di Orta fino al voto del 10 giugno.

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