Spulciando negli atti giudiziari (atti giudiziari non chiacchiere) sul sacco di Orta di Atella si apre il vaso di Pandora delle ramificazioni criminali. Una piovra che ha stretto in una morsa letale la città tra il 1998 (varo del Prg) e il 2008 (varianti al Prg nel 2001 e nel 2005). I principali attori sulla ribalta del teatro di guerra i sindaci Giggino Ziello “A’ purpettella”, Nicola Arena la “Penombra” e Angelo Brancaccio il “Suinus”. Quest’ultimo, già dal nome, ha fatto le peggiori porcherie. Ma anche i suoi predecessori non sono stati da meno. Almeno a detta del pentito chiave del processo sull’intreccio tra camorra e politica durante il boom edilizio ad Orta di Atella. Parliamo di Orlando Lucariello, ex referente del clan dei Casalesi. È il collaboratore di giustizia più importante nell’inchiesta che ha portato all’arresto (è tuttora in cella) di Brancaccio scattato il 13 giugno del 2017 e alla sua condanna, l’11 gennaio scorso, a 8 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. Dopo aver definito il geometra Nicola Iovinella come “persona a disposizione del clan in ordine al rilascio di permessi di costruire in favore degli imprenditori” e tangentista che “chiedeva somme di danaro che gli sono state dai singoli imprenditori”, il pentito Lucariello ha puntato l’indice contro un altro tecnico, nonché ex primo cittadino. Nicola Arena, appunto.

Ecco cosa ha svelato ai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. “…In merito alla posizione di Arena Nicola posso riferire che anche lui svolgeva la sua attività di responsabile nell’interesse del clan e dei singoli imprenditori. Del resto non avendo mai ricevuto lamentele in ordine al suo operato devo ritenere che abbia sempre agito per perseguire gli interessi sopra indicati”. Così funzionava, a detta di Lucariello, il “sistema” politico-affaristico che ha partorito “Orta 2”. Una commistione mortale per la città tra amministratori locali, tecnici dell’Utc, professionisti esterni, imprenditori e camorra. Collusioni. Corruzione. Malaffare. Un mix esplosivo. Il collaboratore di giustizia ha strappato anche il sipario che copriva il “sistema” del consenso elettorale. “…In merito alla candidatura ed elezione a sindaco di Angelo Brancaccio, nonché di precedenti sindaci, voglio precisare che tutta la campagna elettorale veniva gestita direttamente dal clan…”. Sia Nicola Arena la “penombra” che Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso” sono a piede libero. Nella maxi inchiesta che coinvolge 71 persone tra ex amministratori, tecnici e imprenditori i presunti reati di Arena e Iovinella vengono dichiarati prescritti. Ma c’è un ma. Grosso quanto un parco abusivo, il Polar, il Karol o l’Oliteama ad esempio. Se dalle indagini sull’approvazione del Puc considerata dagli inquirenti la fase finale del patto politico-mafioso stipulato alla fine degli anni ’90 dovessero emergere collusioni tra camorristi e tecnici addio prescrizione. E forse finalmente si farà giustizia.

Mario De Michele

P.S. Avviso ai cittadini di Orta di Atella. Il sindaco Andrea Villano è da oggi in ferie nella sua dimora dorata di Gaeta. La villa sarà pure di lusso ma il suo lido è quello dei “cafoni”. Per fortuna in città c’è il sindaco-ombra Enzo Tosti che stamattina si è occupato concretamente, risolvendolo, del problema del mancato controllo delle aree comunali interessate da incendi continui. Dopo un sopralluogo con i vigili urbani si è scoperto che in una zona periferica ben 2 telecamere di sorveglianza su 5 non funzionavano. Inoltre Tosti ha chiesto che le immagini video siano scaricate sui computer della polizia municipale almeno due volte a settimana per individuare in tempi rapidi chi appicca gli incendi. Purtroppo però, ed è questo il motivo vero dell’avviso alla popolazione, le redini del Comune saranno nelle mani del vicesindaco Peppe Roseto fino al ritorno di Villano dalle vacanze previsto per il 21 agosto. Cari ortesi datevi immediatamente alla fuga. Se potete, durante la reggenza Roseto, andate in ferie. Si prevedono disastri. Fuitevenne!!!

 

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