I social sono potenti mezzi di comunicazione, tuttavia a volte capita che vengano usati in modo sconsiderato e le conseguenze possono essere spiacevoli. Lo sa bene una famiglia di Cesa che suo malgrado si è ritrovata protagonista di un fatto molto increscioso. Gli interessati della vicenda avevano necessità di smaltire un vecchio materasso e dietro consiglio del personale dell’isola ecologica l’hanno depositato all’esterno del centro di raccolta. Ma al momento del deposito sono stati fotografati e l’immagine diffusa su facebook, con accuse di sversamento illecito di rifiuti.  I Nogarotto (questo il nome della famiglia) hanno deciso di affidare a Campania Notizie la loro versione dei fatti in quanto si ritengono parte lesa. A parlare è la figlia della coppia, Lucrezia: “già tempo fa abbiamo avuto necessità di smaltire dei rifiuti depositati nel cortile di casa nostra e così ci siamo rivolti all’isola ecologica. E per liberarci di tutto abbiamo incontrato non poche difficoltà. Dal momento che avevamo bisogno nuovamente dello stesso servizio per un vecchio materasso mia mamma si è recata di persona al sito per chiedere se venissero a prenderlo. Un dipendente le ha risposto che non sarebbero passati e che poteva portarlo lei in struttura. Mia mamma ha specificato che aveva bisogno dell’altra nostra automobile, che usa mio padre, per trasportare il materasso. L’altra vettura però è disponibile solo dopo le 19 perché a tale orario mio padre torna da lavoro ma avrebbe trovato chiuso. Al ché le è stato detto di poter tranquillamente depositare il materasso all’esterno del centro e che avrebbero loro provveduto a portarlo dentro la mattina seguente”.

Ed è qui che sono iniziati i problemi: “al momento in cui i miei genitori depositavano il materasso sono stati fotografati e la foto diffusa su facebook con la velata accusa di smaltimento illecito di rifiuti. In allegato anche la targa della nostra auto. Ne è scaturita una gogna che ancora adesso ci lascia sgomenti. Siamo stati tutta la mattina a rimbalzare tra comune, per protocollare una richiesta di delucidazioni sulla prassi seguita nella faccenda, comando dei vigili urbani, per cercare di far valere le nostre ragioni, isola ecologica, dalla quale siamo stati cacciati in malo modo da un’altra persona che si è presentata come responsabile, e infine pure dai carabinieri, per denunciare l’accaduto e cercare di tutelarci. In tutto questo la cosa che ci ha maggiormente colpito è stata la mancata comunicazione: con la visura ACI della nostra macchina si è facilmente risalito alla proprietà. Cioè, alla nostra famiglia. Anziché diffondere anche questa volta dati sensibili via social si sarebbe potuto optare per il contatto in forma privata e diretta. E si sa, quando qualcuno viene spiattellato in questo modo sui social network non sai mai come altre persone potrebbero reagire. Questo ci preoccupa molto. La nostra privacy è stata violata con troppa leggerezza. Noi – chiude la ragazza – abbiamo commesso un errore a depositare il materasso fuori all’isola ecologica, lo sappiamo che è contro le regole, ma ci siamo ingenuamente fidati del consiglio che ci è stato dato. Però siamo brave persone e non meritavamo quanto abbiamo subìto”.

Luigi Viglione

 

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