Nella compravendita è insito un concetto basilare: c’è un compratore e un venditore. Senza il primo non eiste il secondo. E viceversa. Per Giuseppe Dell’Aversana, solo per lui, non è così. Dagli atti amministrativi e dal comportamento politico si evince che per il sindaco di Sant’Arpino è possibile acquistare un bene o altre utilità a prescindere dalla volontà dell’eventuale venditore. Peggio ancora. Non serve nemmeno avvisarlo dell’intenzione di volersene impossessare. È quello che emerge dalla proposta di delibera consiliare, approvata il 30 ottobre dall’assise santarpinese, avanzata proprio da Dell’Aversana per consentire al Comune di aderire alla società Acquedotti Scpa. Recita un passo della proposta poi divenuta deliberazione: “…acquistare dal Comune di Orta di Atella numero 1.500 azioni, al loro valore nominale, per complessivi € 1.500,00”. A quanto risulta però nella compravendita manca un passaggio cruciale. Basilare, come abbiamo detto all’inizio. Gli amministratori ortesi non sono mai stati contattati ufficialmente. Né tantomeno hanno dato la disponibilità alla vendita di una parte delle quote societarie dell’Acquedotti. Avete letto bene. Il sindaco Dell’Aversana non si è nemmeno “degnato” di fare una telefonata al suo omologo di Orta di Atella Andrea Villano. Possibile mai? Chiedete a quest’ultimo. È proprio ciò che è avvenuto. Incredibile ma vero.
Il “Grande Dittatore” di Sant’Arpino ha pensato bene di dettare legge anche in casa degli altri. Ha di fatto preso a pesci in faccia Villano e l’intera amministrazione comunale ortese. Dell’Aversana si sente talmente superiore a tutti e a tutto che prima dell’approdo della proposta di delibera in consiglio comunale ha totalmente snobbato Villano e company. Ha delegato Elpidio Del Prete. Chissà a che titolo… Forse in qualità di vero vicesindaco essendo la moglie poco operativa. Nei giorni antecedenti al voto in assise l’ex “Cavallo di Zorro” di Angelo Brancaccio ha telefonato al primo cittadino di Orta di Atella per accennargli il Comune di Sant’Arpino voleva aderire all’Acquedotti. Poi il nulla. Salvo un incontro casuale al bar Blasus di Succivo tra Dell’Aversana e Villano nel corso del quale dopo i saluti di rito il sindaco santarpinese non disse un bel nulla a Villano. Per la serie “tu per me non vali nulla”. In altri termini il sindaco di Orta fu trattato come uno zerbino da usare nelle giornate di pioggia per strofinarsi per bene le suole delle scarpe prima di rincasare.
Al netto della proverbiale arroganza di Dell’Aversana (ce l’ha più lungo di tutti) ciò che lascia basiti è come mai il primo cittadino di Sant’Arpino sia così sicuro di sé. Dopo aver calpestato gli amministratori ortesi come pretende di ottenere il via libera all’acquisto delle quote dell’Acquedotti? E tra le altre cose, chi ha stabilito il prezzo di un euro per ogni azione? Dell’Aversana e il vicesindaco facente funzione Del Prete hanno puntato tutto sull’Ottogas. L’unica interlocuzione costante è avvenuta con i soci provati della partecipata a maggioranza pubblica, di cui Orta è il Comune con la maggioranza delle quote. I vertici dell’Ottogas hanno rassicurato il sindaco di Sant’Arpino e il suo braccio destro. “Tranquilli, possiamo cedervi direttamente noi alcune quote di Orta senza il parere del Comune”, queste in sintesi le parole dei rappresentanti della ditta. L’Ottogas infatti fa leva su una delibera varata dal consiglio comunale ortese l’8 febbraio 2002, ai tempi del Brancaccianesimo.
In effetti il civico consesso concesse alla Ottogas, udite udite, la facoltà di alienare una percentuale delle azioni dell’Acquedotti anche senza il pronunciamento favorevole dell’amministrazione comunale. La deliberazione del 2002 è da un lato politicamente raccapricciante, dall’altro sicuramente illegittima sul piano amministrativo. Non è possibile che il privato venda azioni pubbliche, così come l’ente pubblico non può cedere quote di proprietà di un privato. I Comuni viaggiano sui binari pubblici. Le ditte su quelli privati. È probabile quindi che quella delibera sia una “brancacciata” che mirava a favorire l’Ottogas per chissà quali ritorni personali. L’unica certezza è che si tratta di un provvedimento illegittimo. Una volta assodato decadrebbe anche la delibera di adesione alla società Acquedotti approvato il 30 ottobre dal consiglio comunale di Sant’Arpino. Sarebbe una tragedia per Dell’Aversana. A quel punto il confronto con l’amministrazione Villano sarebbe obbligatorio e decisivo. Il “Grande Dittatore” non potrebbe più consentirsi il lusso di trattarlo come un tappetino. Al di là della disputa sulla legittimità degli atti la protervia di Dell’Aversana non è andata giù ai governanti di Orta. I malumori crescono. E c’è da scommettere che il sindaco Villano e i suoi boys faranno di tutto per far fallire il tentato blitz di Dell’Aversana. In caso contrario, cioè se gli amministratori ortesi subissero in silenzio l’affronto, dovremmo dare ragione al primo cittadino di Sant’Arpino. Ha fatto bene a considerarli pezze da piedi.
Mario De Michele
LEGGI LA DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SANT’ARPINO
DI ADESIONE ALLA SOCIETÀ ACQUEDOTTI