Al momento scaldano i muscoli in cinque. Ma è probabile che alla fine delle trattative ai nastri di partenza ci saranno tre candidati sindaco alle comunali di Teverola in programma nella primavera 2019. Ieri ha aperto le danze Tommaso Barbato con il lancio del movimento “Futura”. Il vicesindaco uscente, tra coloro che hanno mandato a casa Dario Di Matteo, ha già messo in campo un squadra competitiva. Al suo seguito ci sono gli ex consiglieri comunali Angela Improta e Biagio Pezzella. Del team fanno parte, solo per fare qualche nome, anche Nicola Picone, Alfonso Fattore, Pasquale Buonpane e Mary Improda, nipote di Nicola Barbato il poliziotto eroe, amico fraterno del consigliere regionale Stefano Graziano, presente all’inaugurazione della sede. Da segnalare però l’assenza di Gennaro Caserta. Quasi certamente non ha partecipato all’iniziativa perché vorrebbe a tutti i costi presiedere lui l’associazione “Futura”. E forse in fondo in fondo culla il sogno di tutta la vita, sempre rimasto nel cassetto, di candidarsi a sindaco per indossare la fascia tricolore.

Meno forte per adesso, almeno sulla carta, è il gruppo che sostiene Francesco D’Auria. Con lui si sono schierati, tra gli altri, Giuseppe Picca e Raffaele Trombetta. Non mancheranno all’appuntamento gli ex sindaci Biagio Lusini e Dario Di Matteo. Il primo tenterà di riappropriarsi della poltrona di primo cittadino con l’appoggio dei suoi storici compagni di viaggio Carmine Tana, Rino Sasso e Giovanni Improta. Sulla discesa in campo di Di Matteo pesa invece la decisione del Tribunale sull’eventuale rinvio a giudizio in merito alla sua nota vicenda giudiziaria. La decisione è slittata fine febbraio dell’anno prossimo.

Una data troppo a ridosso delle comunali che potrebbero tenersi già tra aprile e maggio. La spada di Damocle che pende sulla testa di Di Matteo potrebbe indurlo a una lunga riflessione prima che decida di ricandidarsi o meno. Se dovessimo scommettere oggi punteremmo sulla sua candidatura. L’ex sindaco però ha anche un’altra gatta da pelare. Riguarda il suo braccio armato Maurizio De Chiara. Sul suo nome c’è il veto di Barbara Cesaro, Marisa Pennino e Lorenzo Picca. I tre mollerebbero Di Matteo qualora avallasse la candidatura di De Chiara.

Chi per ora non deve superare ostacoli legati ai nomi è lo schieramento “Per Teverola” che ruota attorno a Stefano Graziano. Il componente del parlamentino campano ha indicato una strada precisa: prima si ragiona su programma e squadra di governo, poi si sceglie il leader del raggruppamento. In sostanza l’eventuale sindaco sarà espressione dei consiglieri comunali e non viceversa. Un percorso per tenere il gruppo unito e scongiurare il rischio dell’uomo solo al comando. Il sentiero tracciato dal dem Graziano è condiviso, tra i tanti, da Antonio Borgogna, Vincenzo Messina, Crescenzo Salve e Michele Cipriano. Come dicevamo all’inizio finora sono cinque i raggruppamenti che scalpitano. E l’esito della consultazione elettorale dipenderà molto dalla capacità di unire le forze da parte degli schieramenti che non digeriscono le ricandidature di Lusini e Di Matteo. Un “terzo polo” che sul piano numerico e politico-amministrativo potrebbe risultare vincente.

Mario De Michele

 

 

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