Angelo Brancaccio era il “padrone” di Orta di Atella. Il pentito Orlando Lucariello definisce così l’ex sindaco oggi detenuto dopo la condanna in primo grado a 8 anni per camorra. Il collaboratore di giustizia ricostruisce con dovizia di particolari il decennio 2000-2010. “Dopo il 2000 – dichiara ai pm – è iniziato uno strettissimo rapporto con il Brancaccio che era il vero padrone politico di Orta di Atella, lo è stato e lo è ancora sia nei due periodi in cui è stato sindaco sia quando è stato sindaco di Orta Del Prete Salvatore”. Il Del Prete al quale fa riferimento Lucariello è noto col nomignolo di “Monsignore”. Anche lui considerato al “servizio del clan”. La sua amministrazione comunale fu sciolta nel 2008 per infiltrazioni mafiose. Del civico consesso dell’epoca faceva parte anche il suo omonimo Salvatore Del Prete “Magò”, attuale capogruppo consiliare di Campania Libera. L’ex boss referente del clan ad Orta di Atella spiega le dinamiche elettorali ai tempi dell’impero dei Casalesi. “Brancaccio – afferma Lucariello – aveva poi un fortissimo ritorno politico elettorale, sia perché gli imprenditori che lavoravano su Orta erano chiamati a finanziare le campagne elettorali sia perché induceva tali imprenditori a mettere a lavorare nei cantieri persone di Orta di Atella e anche a dare piccoli lavori a cottimo”. Il pentito parla inoltre dell’appoggio della cosca all’ex sindaco ortese. “Anche noi del clan durante le campagne elettorali facevamo votare Brancaccio e gli uomini da lui segnalati”. Nei suoi interrogatori Lucariello chiama in causa in più occasione anche altri due primi cittadini: Luigi Ziello e Nicola Arena (“erano a disposizione dei Casalesi”). Entrambi geometri. Il tris di tecnici “al servizio della cosca” è completato da Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso”. Ma di fronte al sacco della città non c’è davvero nulla da ridere.
Mario De Michele