Più di un migliaio persone hanno salutato, nella cattedrale, per l’ultima volta il primo sindaco donna di Acerra eletto a suffragio diretto 14 anni fa dopo lo scioglimento della civica assise per infiltrazioni camorristiche. «È stata al servizio del bene comune perché amava veramente Acerra» ha esordito monsignor Antonio Di Donna durante la sua omelia ripercorrendo la storia amministrativa, ma soprattutto di di insegnante e volontaria impegnata nel sociale di “Titina” Verone, morta a 69 anni giovedì sera a seguito di una lunga malattia. «La politica è appunto un servizio per costruire una città migliore e coloro che non operano così sono solo una banda di ladri» ha tuonato dall’altare don Antonio Di Donna citando Sant’Agostino. In prima fila c’era il sindaco Raffaele Lettieri, il presidente del consiglio Andrea Platto e la presidente dell’Unicef Margherita Dini Ciacci. Accanto a loro i familiari di Verone. «Beati quei politici che non guardano alla prossima elezione, ma alla generazione futura», incalza monsignor Antonio Di Donna per poi scagliarsi contro i vizi capitali della politica: corruzione, arricchimento personale, favori personali invece di diritti e mancata tutela dell’ambiente. «Ed è per questo che non bisogna disperdere la lezione di Titina e prenderne il testimone di un’esistenza spesa per gli altri», ha esortato Di Donna. Alla fine della celebrazione tra scroscianti applausi un corteo ha accompagnato il feretro avvolto nella bandiera dell’Unicef fino a piazza Castello, antica sede del Municipio.