Intanto una buona notizia. Forse l’Italia in questa 62/ma edizione del Festival di Berlino potrebbe farcela con Paolo e Vittorio Taviani e il loro ‘Cesare deve morire’, film girato nel carcere di massima sicurezza di Rebibbia con protagonisti ergastolani doc. Si spezzerebbe così per il nostro paese una carestia
che dura da 21 anni quando Marco Ferreri vinse l’Orso d’oro nel 1991 con ‘La casa del sorriso’. Ma il film italiano dovrà vedersela con una terna di favoriti non da poco composta da ‘Barbara’, ‘Rebelle’ e ‘Tabu’. Intanto ‘Barbara’ del tedesco Christian Petzold e che sarà distribuito da Bim in Italia. Il film, ambientato nella Germania dell’Est inizio anni ’80, narra di una dottoressa (Nina Hoss) punita e mandata in uno sperduto ospedale di provincia, per il solo fatto di aver inoltrato la richiesta di un permesso per un breve soggiorno all’estero. Ai critici è piaciuto e lo mettono al primo posto in classifica dei daily. ‘Tabu’ del portoghese Miguel Gomes è invece filmato in bianco e nero e ambientato sullo sfondo del colonialismo in Africa. Prodotto da Brasile, Francia, Germania e Portogallo è un omaggio, un po’ come ‘The Artist’, al cinema muto classico, ma con una deriva più colta che guarda a Murnau. “Ho voluto raccontare una storia sulle diverse fasi della vita, sull’amore ma anche sulla solitudine in una dimensione romantica fin dall’inizio del film, accompagnata da connotazioni barocche” ha detto Gomes in una intervista. Ma è forse ‘Rebelle’ il più forte concorrente dei Taviani. A firma del regista canadese Kim Nguyen, il film è molto piaciuto alla prima stampa di stamani. Girato a Kinshasa, in Congo, racconta la storia della giovane Komona costretta, da un commando di ribelli, prima ad uccidere i suoi genitori e poi diventare una ragazza soldato. Si innamora nel frattempo di un ragazzo un po’ più grande di lei, ma la sua ossessione resta quello di dare sepoltura ai suoi genitori che le compaiono sempre più spesso in sogno. Per Paolo e Vittorio Taviani, 163 anni in due, nonostante questa concorrenza, insomma buone possibilità di vittoria, almeno sulla carta. Per loro la chance di vincere l’Orso d’oro, oppure, in alternativa, quello d’argento che potrebbe andare all’intero straordinario cast maschile di ‘Cesare deve morire’ ergastolani che parlano ognuno il proprio dialetto e che danno la loro ‘coatta’ versione di Shakespeare. A favore di quest’ultima ipotesi anche il fatto che sarebbe molto nello stile berlinese dare una vittoria a un film girato in carcere che non mancherebbe poi, cosa che non guasta, di avere un effetto mediatico non da poco. Domani sera si saprà tutto, con la cerimonia di chiusura di questa 62/ma edizione del Festival di Berlino al Berlinale Palast.