Soldi, titoli e un appartamento a Giugliano, e tutto per un valore che supera i 500mila euro. A tanto ammonta il sequestro eseguito dalla guardia di finanza nell’ambito di un’indagine sul cui sfondo si staglia una storia triste, con risvolti che al danno aggiungono la beffa. I destinatari del decreto di sequestro preventivo, per equivalente e finalizzato alla confisca diretta, sono il ginecologo Giovanni Tommaselli e sua moglie, indagati per riciclaggio nell’inchiesta condotta dal pm Lucio Giugliano del pool guidato dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli. Per gli inquirenti, i coniugi avrebbero investito su conti correnti e in beni vari i soldi che il Tribunale civile di Napoli, più di due anni fa, aveva destinato al risarcimento del danno che il padre di Tommaselli, Antonio, deceduto a gennaio scorso, causò ritardando l’intervento per far nascere un bambino, che si chiama Felice e che oggi è un ragazzo affetto da tetrapresi spastica, impossibilitato a camminare, a parlare, a essere autosufficiente. Quei soldi servono ai genitori per le numerose cure di cui il ragazzo ha bisogno. La somma fu messa a disposizione della compagnia assicurativa del medico quando il processo si concluse con una sentenza che accertò la responsabilità colposa del professionista, il quale però, invece di versare il denaro direttamente ai genitori del ragazzo, sfruttando un’opzione normativa del codice civile fece accreditare l’importo su un conto corrente cointestato al figlio e, una volta incassati gli oltre 500mila euro, anziché girarli ai beneficiari se ne impossessò definitivamente girandoli e frazionandoli attraverso una serie di operazioni finanziarie per le quali oggi sono indagati il figlio di quel ginecologo con la moglie, sui cui conti e nella cui disponibilità sono stati trovati i soldi destinati a Felice.
Il caso di questo ragazzo, dell’azione legale avviata dai suoi genitori per ottenere giustizia e della beffa del risarcimento fu raccontato due anni fa in tv, nel programma Le Iene. Paola, la mamma di Felice, descrisse il calvario degli ultimi giorni di gravidanza, il ritardo con cui il medico intervenne e le false rassicurazioni con cui dopo il parto provarono a farle credere che tutto si sarebbe risolto. Quando la Iena Giulio Golia si recò a casa di Giovanni Tommaselli per chiedere spiegazioni sulla somma che il padre doveva ai genitori di Felice e che risultava invece versata su un conto di cui anche egli stesso era titolare, dapprima finse di non saperne nulla, poi promise: «Farò il massimo per trovare questi soldi, ho intenzione di onorare questa cosa…». I genitori di Felice attesero invano, provarono poi anche ad affidarsi a un’agenzia investigativa per capire che fine avesse fatto il denaro scoprendo che da un conto corrente svizzero era svanito nel nulla. C’è voluta un’indagine dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria guidati dal comandante Domenico Napolitano per recuperare quella somma. Indagando su movimenti bancari e finanziari dei Tommaselli, gli investigatori hanno individuato i passaggi di titolarità e tutte le manovre fatte per evitare che gli oltre 500mila euro destinati al risarcimento fossero consegnati ai legittimi beneficiari. Quello del tempo è un fattore che ricorre spesso in questa storia. Anche adesso che i soldi del risarcimento del danno sono stati individuati e sequestrati ci vorrà tempo per darli ai genitori di Felice, perché bisognerà attendere la definizione del processo per riciclaggio che vede al momento indagati i coniugi Tommaselli.