Petizione popolare, polemiche a go-go, strumentalizzazioni di ogni sorta il tutto condito da un mare di bugie. Ha scatenato una ridda di reazioni la chiusura della farmacia Sagripanti in via Toscanini ad Orta di Atella. La telenovela giudiziaria si è chiusa lo scorso 11 aprile con l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha respinto il nuovo ricorso presentato dalla dottoressa Maria Luisa Sagripanti contro l’ordinanza di chiusura dei locali. L’immobile è sprovvisto di certificato di agibilità. Nella confusione alimentata ad arte l’ordinanza, chiara come la luce del sole ad agosto (basta leggere “respinge l’istanza cautelare”) c’è ancor chi sostiene che la farmacia ha avuto ragione e il Comune torto. Un’interpretazione surreale che rispecchia il degrado del mondo politico ortese e la capacità di incidere dei poteri forti su una parte dell’opinione pubblica. Per una volta che il sindaco Andrea Villano e la maggioranza hanno adottato un provvedimento legittimo (miracolo!) i consiglieri comunali di opposizione Espedito Ziello, Luca Mozzillo e Vincenzo Gaudino sono scesi in campo da comunisti all’acqua di rosa per schierarsi accanto ai lavoratori. Caspita! Potere al popolo. Volesse il cielo. Abbiamo approfondito la vicenda urbanistica già in passato oggi ci dedichiamo proprio ai dipendenti della farmacia tanto a cuore agli esponenti del centrosinistra.

Andiamo in ordine sparso. C’è la figlia dell’ex vicesindaco Rosa Minichino. Rosetta durante il ventennio di Angelo Brancaccio è stata praticamente sempre componente della giunta dell’Imperatore di Orta di Atella. Dopo aver abbandonato la sua corte ha prestato i suoi servigi politici a Peppe Mozzillo, successore di Brancaccio. Sia lei che Mozzillo sono stati nei secoli dei secoli fedeli al “boss” per poi prenderne le distanze folgorati sulla via di Damasco. A proposito di Mozzillo. Anche lui ha una parente che lavorava presso la farmacia Sagripanti. La nipote per la precisione. Figlia di un altro Mozzillo illustre. Antonio, tenente dei vigili urbani. Sempre per puro caso tra i dipendenti spicca un’altra familiare di un ex sindaco (ovviamente brancacciano). Si tratta della nipote di Salvatore Del Prete “Monsignore”. E poi c’è lui. Il mitico Carmine Vozza “Il Collocatore”. All’appello dei posti di lavoro poteva mai mancare un suo parente? Impossibile. Infatti c’è il nipote. All’epoca delle assunzioni erano persone tutti legati a doppio filo a Brancaccio. Che ha indicato con la sua proverbiale cortesia oxfordiana altri nomi ai titolari della farmacia.

Per carità, una struttura privata può assumere chi vuole. Ma i locali, soprattutto se si tratta di una farmacia, devono essere agibili. Altrimenti, lo diciamo a Gaudino, Ziello e Mozzillo, più che revocare o sospendere il Puc bisognerebbe abolire il Testo unico dell’edilizia (Dpr 6 giugno 2001 n. 380). Facciamolo. Tanto ad Orta di Atella tutto è concesso.

Mario De Michele

(continua…)

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