CASERTA – Il coordinamento della Giovane Italia di Caserta ha riunito, mercoledì scorso, l’esecutivo provinciale per discutere sulle attività politico/formative che nei prossimi giorni e mesi il movimento giovanile avvierà sul territorio casertano.

All’ordine del giorno attenzione è stata data anche all’imminente congresso provinciale del PDL, sul quale la Giovane Italia, dopo una lunga discussione, ha prodotto un documento che, nella mattinata di giovedì, è stato inviato al coordinamento regionale e provinciale del PDL. ‘Quello che chiediamo, ai vertici del Popolo della Libertà, è un coinvolgimento della classe dirigente giovanile alla fase pre-congressuale e alla relativa mozione programmatica, qualora si dovesse prospettare un congresso provinciale unitario. – dichiara il presidente provinciale della Giovane Italia Antimo Ferraro – Riteniamo che in questa fase, cruciale per la crescita e la definitiva impostazione del partito, non è ipotizzabile un tavolo di confronto che non preveda tra gli interlocutori i dirigenti del movimento giovanile. La nostra non è una richiesta per dividere, né per rivendicare. Abbiamo semplicemente maturato una serie di punti programmatici, in linea, crediamo, con quelle che sono le aspettative del segretario Angelino Alfano, sui quali siamo pronti a confrontarci e a discutere. La nostra unica preoccupazione è quella di fare politica in un partito che sia laboratorio di idee, proposte e progetti per la crescita della nostra provincia, e per farlo siamo convinti che tutte le decisioni pre-congressuali devono essere necessariamente condivise, soprattutto dai giovani. Chiediamo un confronto affinché si esca dal congresso provinciale con un coordinamento che, aldilà degli uomini, operi sulla base di un documento politico chiaro e preciso sia nell’attività e nell’impegno politico per il territorio che nel modus operandi, nelle regole, per l’individuazione degli uomini a qualsiasi livello territoriale, politico e amministrativo, del PDL. Immaginiamo un partito attento alle esigenze del territorio che applichi quel concetto di sussidiarietà non solo quando in gioco ci sono equilibri interpartitici, provinciali e regionali, da tutelare, ma, soprattutto, quando sul tavolo ci sono grandi scelte politiche che interessano direttamente i singoli territori. Immaginiamo un partito con regole chiare per tutti affinché la meritocrazia, la militanza, la capacità e l’impegno siano gli unici criteri per l’individuazione della classe dirigente del partito e degli amministratori. Abbiamo, come dicevo, le idee ben chiare su come strutturare il partito e tanti altri punti da precisare come: l’importanza del coordinatore cittadino, l’organizzazione degli organi di partito, la comunicazione e l’interazione con gli iscritti e simpatizzanti attraverso un sito web 2.0, la formazione continua degli amministratori. Confidiamo, per concludere, nella sensibilità dei nostri vertici, che da sempre spendono parole importanti per l’emergente classe dirigente, nell’accogliere la nostra richiesta di partecipazione alla costruzione del partito, precisando allo stesso tempo, con tutta onestà, che diversamente saremo pronti ad affermare queste idee attraverso una nostra mozione programmatica.’

 

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