Vabbè allora torniamo al Far West. Per Orta di Atella non sarebbe una novità. Va però detto che anche all’illegalità va posto un freno. E quando una delle poche volte che l’amministrazione comunale fa rispettare la legge non è accettabile che ci siano persone e politici che spingono perché si continui a far finta di nulla. A chiudere un occhio. Quando finora ne sono stati sempre chiusi due. È il caso della farmacia Sagripanti. Dopo una pagliacciata andata in scena l’altro giorno con dipendenti raccomandati che si sono arrampicati sul municipio, ieri sera c’è stato un altro atto del teatro dell’assurdo. I lavoratori, le loro famiglie (anche i figli piccoli) e alcuni cittadini hanno invaso la strada dove abita il sindaco Andrea Villano e lo stanno aspettando.
Per chiedergli cosa? Di riaprire la struttura in via Toscanini? Non è possibile. Per legge. Il Consiglio di Stato ha decretato inagibili i locali. L’immobile è abusivo. È inutile che si faccia finta di non capirlo. E lo sapete chi è il costruttore? Antonio D’Ambra, noto alle cronache per essere stato arrestato nel 2007 assieme ad Angelo Brancaccio, perché aveva preso a pugni un residente di un’abitazione di fronte al palazzo che giustamente si lamentava perché l’immobile in costruzione era troppo alto.
C’è dell’altro. La Dia (denuncia di inizio attività) non solo non è legittima ma addirittura è “fantasma”. Nel senso che non c’è alcuna traccia al protocollo del Comune. O meglio il numero di protocollo è il 14702 del 14 novembre 2006. Insomma nel caso dei locali della farmacia si configurerebbe un rosario di reati. Non solo edilizi. Ma anche truffa e violazioni varie ed eventuali. Sul piano urbanistico è pacifico che la struttura non poteva diventare abitabile. La “finta” Dia riguarda sia il sottotetto dell’immobile che il piano terra. Mai visto prima. Eppure i lavoratori, in gran parte assunti per intercessione dell’allora sindaco Brancaccio, se la prendono con Villano.
Per carità, la sua amministrazione è pessima. Ma stavolta ha fatto la cosa giusta. Quella legale. I dipendenti dicono che sono stati mandati in mezzo alla strada. In vista della riapertura della farmacia in una struttura in regola una domanda nasce spontanea: chi è regolarmente assunto non è garantito dagli ammortizzatori sociali? Oltre a questo risulta davvero indigesto vedere col megafono in mano a capo dei manifestanti la figlia di Rosa Minichino, ex vicesindaco, ex assessore, ex tutto, che ha incassato per un ventennio l’indennità di carica sborsata dai cittadini. E poi chi l’ha fatta assumere presso la farmacia? Tutti sanno, anche le pietre, che è merito-demerito di Brancaccio. Come è stato anche per altri lavoratori che oggi protestano.
Incomprensibile e politicamente intollerabile anche l’atteggiamento dei consiglieri Enzo Tosti e Marilena Belardo e del Collettivo Città Visibile che hanno sposato una causa persa perché illegale. Dov’erano quando lavoratori molto meno tutelati di salumerie e piccoli negozietti sono stati cacciati? Una volta per tutte stabiliamo una cosa: se sotto l’impero di Brancaccio è nata un’altra città abusiva si deve cambiare rotta rispetto al passato. O no? Mettiamoci d’accordo, cari compagni. Brancaccio non va bene mai. Non può essere più o meno cattivo a giorni alterni.
Mario De Michele