Nelle distorte logiche che muovono gli ambienti criminali, i pentiti di camorra devono essere puniti. Ed è forse per questo, e per un’altra serie di indizi, che Luigi Torino, 41enne figlio dell’ex boss Salvatore che da oltre dieci anni collaboratore di giustizia, è arrivato in ospedale con ferite da arma da fuoco. Per gli inquirenti solleva più di qualche dubbio la versione della tentata rapina ed hanno quindi avviato indagini per vagliare anche altre ipotesi.
I fatti sono avvenuti giovedì, nel quartiere di Miano. È qui che a partire dalle nove della sera cominciano una serie di segnalazioni che culminano con la notizia di un ferito al Cardarelli. Mancano cinque minuti alle dieci quando i carabinieri raccolgono la testimonianza del ferito. Si chiama Luigi Torino e racconta di essere stato aggredito da due persone che volevano soldi e quant’altro. Gli inquirenti, però, ritengono necessarie ulteriori indagini per verificare il suo racconto. Sul caso lavorano anche gli agenti della polizia, perché a loro, poco prima della notizia del ferimento di Torino, erano giunte segnalazioni che potrebbero rivelarsi utili.

 

 

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