Prima o poi gli scheletri nell’armadio vengono scoperti. Uno di questi, davvero da paura, è saltato fuori quando è scoppiato il caso della farmacia Sagripanti in via Toscanini. La struttura è stata chiusa dal Comune perché inagibile. Lo ha sancito il Consiglio di Stato. Si tratta di un porticato trasformato in abitazione o in questo caso in locali poi fittati. Il termine porticato ad Orta di Atella ha un significato diverso da quello di tutte le altre città del pianeta. Tutti o quasi sono diventati case. Quindi maggiore cubatura. Di conseguenza colate di cemento. Un esempio negativo del giro d’affari legato a uno sviluppo selvaggio del territorio. Durante il boom edilizio (triennio 2005-2007) pianificato con il Prg del 1998 e poi perfezionato, si fa per dire, con due varianti nel 2001 e 2005 centinaia di porticati sono stati “chiusi” e trasformati in appartamenti. Un miracolo in salsa ortese. A compierlo sempre loro: gli esponenti di spicco del “partito dei tecnici”. Un sodalizio criminale foraggiato dai politici corrotti. Nel mare sporco dei soldi facili hanno sguazzato politici, amministratori locali, tecnici e imprenditori. Molti di loro si sono arricchiti mentre accanto ad Orta storica prendeva forma “Orta 2”.

Dieci anni di inferno nel corso dei quali pochi furbetti del quartierino e una ristretta cricca di corrotti e collusi hanno fatto soldi a palate. La gran parte dei cittadini, ahi loro, ci hanno rimesso le spese. Nel triennio del sacco della città, 2005-2006-2007, ai vertici del settore Urbanistica del Comune c’erano Nicola Arena e Nicola Iovinella. Due tecnici. Due geometri. Il primo rilasciava i permessi di costruire. Il secondo concedeva le Dia, le denunce di inizio attività. Base di partenza i progetti redatti e presentati in molte occasioni da tecnici prestanome di amministratori locali, politici o di altri professionisti. Dalle carte false sono ricorrenti i nomi di due ingegneri. Uno di Giugliano, l’altro di Marano. Basta tirare fuori quelle carte ben nascoste nei cassetti comunali sotto montagne di faldoni polverosi per risalire ai tecnici firmatari delle richieste tramite i timbri apposti sui progetti. Poi bisognerebbe incrociare pochi dati: quando sono stati presentati i progetti, chi ha rilasciato le licenze con conseguenti Dia e quali tecnici si sono arricchiti in quegli anni.

Siamo certi che finirebbero nei guai alcuni dei politici e amministratori locali di maggioranza e opposizione (parenti inclusi) ancora sulla cresta dell’onda, esponenti di spicco esperti di riciclaggio (personale e non solo) e i soliti tecnici. Noti a quasi tutti ad Orta di Atella. Nelle prossime puntate esibiremo documenti. E faremo nomi e cognomi. Eppure quasi tutti i membri del cerchio tragico vantano carichi pendenti e casellario giudiziario ancora immacolati. Che beffa. Per la giustizia. E soprattutto per i cittadini.

Mario De Michele

(continua…)

 

 

 

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