Una realtà difficile da immaginare, degna dei peggiori incubi. Allontanati ingiustamente dai genitori con storie inventate, finti abusi, disegni manipolati a fini sessuali, e ore di sedute di psicoterapia, che servivano solo a fare ai piccoli «il lavaggio del cervello». I bambini venivano suggestionati anche con l’uso di impulsi elettromagnetici, con elettrodi applicati su mani e piedi: un sistema che serviva ad alterare «lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari», ma che ai minori veniva spiegato come una sorta di «macchinetta dei ricordi», che li avrebbe aiutati a superare i traumi. Tra i minori soggiogati dalle affidatarie e dagli assistenti sociali ce n’è una, collocata presso una coppia di donne omossessuali unitesi con unione civile il 30 giugno dello scorso anno, alla quale veniva ripetutamente fatto credere di esser stata vittima di abusi dal padre. Allo stesso modo, come scritto dal Gip nell’ordinanza, «con riguardo ai rapporti con i ragazzini maschi, avendo sviluppato una paura incomprensibile per i bambini, ed in specie un compagno di classe per il quale (secondo le insegnanti) aveva preso una ‘cotta’». Sono alcune delle contestazioni che emergono dall’inchiesta “Angeli e Demoni” sulla rete dei servizi sociali e il sistema degli affidi della Val D’Enza, nel Reggiano, che ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Moncalieri, in provincia di Torino.

In tutto sono 27 gli indagati, tra cui due persone originarie della provincia di Caserta, nell’inchiesta coordinata dal pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, e quello ricostruito dai carabinieri è un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. L’obiettivo di assistenti sociali e psicologi era di allontanare i bambini dai genitori, per poi mantenerli in affido e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento della Onlus ‘Hansel e Gretel’. Decine anche i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, che i carabinieri hanno sequestrato in un magazzino dove erano nascosti e che gli appartenenti ai servizi sociali indagati non avrebbero mai consegnato ai piccoli. Le indagini sono iniziate alla fine dell’estate 2018 dopo un’anomala escalation di denunce all’autorità giudiziaria, da parte dei servizi sociali coinvolti, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori. L’analisi dei fascicoli, poi, vedeva puntualmente approdare le indagini verso la totale infondatezza di quanto segnalato.

In tutto questo, secondo gli investigatori, il sindaco Carletti, finito ai domiciliari con l’accusa di abuso d’ufficio, era fondamentale per dare «copertura» alle attività illecite, grazie ai suoi contatti politico-amministrativi, ma anche con l’autorità giudiziaria minorile. Nel disporre le misure cautelari per il pericolo di reiterazione del reato, il gip descrive così il comportamento degli indagati: «La loro percezione della realtà, della propria funzione, è totalmente pervertita e asservita al perseguimento di obiettivi ideologici non imparziali». Comportamenti che hanno stravolto la vita di tanti bambini che oggi, seppur adolescenti, «manifestano profondi segni di disagio – scrivono gli investigatori – tossicodipendenza e gesti di autolesionismo».

 

 

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