Che farsa. Dopo aver condiviso in tutto e per tutto le scelte di Andrea Sagliocco e della sua giunta i consiglieri di maggioranza si sono dimessi in blocco. Per la serie “quando la nave affonda i topi scappano”. Che sia una pagliacciata da voltastomaco lo conferma il fatto che il sindaco ha gettato la spugna (dimissioni irrevocabili) poche ore dopo gli arresti domiciliari scattati nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto il Comune di Trentola Ducenta. La sceneggiata si è svolta negli uffici del municipio. Gli esponenti della maggioranza si sono dimessi in massa nel vile tentativo di prendere le distanze dall’ormai ex primo cittadino e da tutte le persone coinvolte nell’inchiesta. La bufera giudiziaria ha determinato lo scioglimento anticipato del consiglio ad appena un anno dall’insediamento della nuova amministrazione. Le dimissioni sono state presentate da Maddalena Costanzo, Milena D’Alessio, Vincenzo Della Volpe, Martina Fabozzi, Saverio Fabozzi, Tommaso Lemma, Maria Rosaria Pagano, Luigi Perfetto e Giuseppe Pesce.

Autorizzazioni amministrative rilasciate ad imprenditori in cambio di favori o assunzioni nelle loro aziende di persone indicate dalla politica. È questa la principale accusa contestata a Sagliocco, in carica da appena un anno, finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli Nord, coordinata dal procuratore Francesco Greco. Contestati, a vario titolo, i reati di corruzione e concussione. In tutto sono state emesse 15 misure cautelari. Ai domiciliari anche l’avvocato Saverio Griffo, considerato dagli inquirenti l’anello di congiunzione tra gli imprenditori e Sagliocco.

Da veri garantisti continuiamo ad essere fermamente convinti che sul piano giudiziario tutti sono innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Ma non possiamo nascondere il nostro disgusto verso chi ha sposato un percorso politico e solo in tempi di burrasca si è tuffato in mare.

Mario De Michele

 

 

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