Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 16 ottobre, il Centro Sociale Ex Canapificio e la rete Caserta Città Viva tornano in piazza, in presidio presso i porticati del Comune di Caserta, dopo aver annunciato la scorsa settimana la sospensione dello storico Sportello per i Diritti. Sarà un presidio speciale, dedicato al popolo curdo, oggi più che mai sotto un feroce e inaccettabile attacco. Lo Sportello dedicato al Movimento dei Migranti e Rifugiati che, negli ultimi 20 anni, ha assistito più di 15.000 persone, da mercoledì 8 ottobre è chiuso per mancanza di una sede stabile. Dalle 15.30 alle 18, il Movimento dei Migranti e Rifugiati e le associazioni solidali della città manterranno il presidio in piazza, montando la Tenda Solidale in collaborazione con gli Scout cittadini, a simbolo di ciò che resta oggi ad un presidio ultra ventennale di giustizia, antirazzismo, lotta all’emarginazione e al degrado. Il presidio di oggi pomeriggio avrà una speciale caratterizzazione, in questi giorni drammatici in cui si assiste alla ferocia della guerra verso un territorio e verso un popolo, quello curdo, già martoriato da decenni di distruzione e miseria. Durante il presidio sarà allestita una speciale “Scuola della Pace” dove sarà possibile ascoltare la testimonianza di Arin, 30 anni, un beneficiario curdo iracheno del progetto di accoglienza Sprar che il Centro Sociale gestisce in città. Arin nasce in Iran e arriva in Italia, in fuga dalla guerra, nel settembre del 2017. Vive a Caserta da pochi mesi e ha deciso di raccontare alla sua nuova comunità, cosa accade in quei paesi – Iran, Siria, Kurdistan- che sono al centro di decenni di guerre senza fine e di scellerati accordi. Al presidio, sarà allestita la mostra itinerante “Il Popolo che non c’è” dedicata al popolo curdo, a cura della Onlus Melagrana, che da molto tempo si occupa di questo tema. Una mostra fotografica a testimonianza sia del clima politico e sociale che oggi è presente in quella Turchia che guarda all’Europa, sia della determinazione di un popolo che da sempre aspetta di veder riconosciuti i propri più elementari diritti; un segno di vicinanza per le donne e gli uomini del Kurdistan che lottano per la propria libertà di esistere e che oggi più che mai sono vittime dell’abbandono internazionale di fronte all’aggressione turca. Cosa sta succedendo a Kobane, in Rojava, ad Afrin? Cosa caratterizza la società ecologista, femminista e solidale che la resistenza curda da anni sta sperimentando mentre ha avuto la forza e la capacità di contrastare l’Isis, e che è oggi sotto attacco? Proviamo insieme a raccontare questa Storia. Mentre l’Europa tutta esprime vuote parole per dissociarsi dalla ferocia di Erdogan resa possibile dal governo statunitense, mentre l’Italia fa finta di vietare la vendita di armi al governo turco, i movimenti solidali scendono in piazza in tantissime città per manifestare sostegno a chi sta resistendo, difendendo il principio di autodeterminazione dei popoli e il diritto ad un modello sociale equo e che pacifista.

 

 

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