NAPOLI – Un reddito nel 2010 pari a 249.724 euro, derivante per 145.263 da lavoro dipendente come dirigente Alitalia (non incompatibile secondo l’Antitrust con l’incarico di governo) e per 104.461 da reddito fondiario, che ha portato al versamento di un’imposta di 95.894 euro, piu’ 4.155 di addizionale regionale e 1.222 di addizionale comunale.


E’ la situazione del sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta, che presenta una dichiarazione patrimoniale particolarmente complessa e variegata. Tra i beni immobili, pervenuti a titolo ereditario alla fine del 1998 sui quali e’ stata versata l’imposta di successione del 33 per cento allora vigente, spiccano le 16 abitazioni di piena proprieta’ a Napoli. Ad esse si aggiungono: 15 tra magazzini, depositi, negozi, botteghe e box sempre nel capolugo partenopeo, detenuti al 50 per cento; 7 locali commerciali, un lastrico solare e un terreno di 1284 mq con una titolarita’ al 33,3 per cento situati a Melito di Napoli; stessa percentuale per 4 lastrici solari e 4 cortili sempre a Napoli. Nella stessa citta’ Improta e’ titolare all’8,33 per cento di 2 fondi agricoli incolti per complessivi 10 ettari rappresentati in catasto da 49 particelle; di 23 abitazioni, di 20 posti auto e di un deposito, tutti beni ottenuti sempre a titolo ereditario, come altri 2 terreni agricoli incolti per complessivi 600 mq, questi di proprieta’ al 6,66 per cento. Il sottosegretario invece ha acquistato al 50 per cento un’abitazione e un box a Roma nel 1999 e sempre al 50 per cento un villino residenziale con annessa pertinenza e terreno di 5430 mq, rappresentato in catasto da 9 particelle, all’ Argentario nel 2006. Il quadro patrimoniale si completa con una Bmw 530 D del 2009 e una Smart Forfour del 2005; 1.513 azioni della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, con un controvalore al 30 dicembre del 2011 pari a 49.172,50 euro; e 80mila euro investiti in Bot. Infine Improta, a titolo gratuito, e’ consigliere di amministrazione della Fondazione Cfs, Centro per un Futuro Sostenibile, e della Fondazione Romaeuropa.

Improta ad inizio gennaio dichiarò al Corriere della Sera di non essere ricco e di dover vendere qualche casa per non rischiare di lavorare per pagare le tasse.

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