16 anni di carcere. Questa la condanna inflitta al boss Salvatore Belforte, questo pomeriggio, davanti al Gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Ivana Salvatore, per il delitto di Orlando carbone. Il pm Turco aveva chiesto la condanna a trent’anni il massimo della pena. È stato celebrato il rito abbreviato su richiesta della difesa, avvocato Salvatore Piccolo, anche se le nuove norme non prevedono il rito alternativo per questo reato ma è stato concesso perché il giudice ha ritenuto “applicarsi la legge più favorevole al reo in caso di successioni di legge nel tempo” e concedere le attenuanti generiche. Il delitto avvenne nel 1986 quando la Direzione Distrettuale Antimafia non era stata ancora istituita e quindi è stato possibile celebrare il processo al tribunale ordinario per territorio. I resti delle ossa di Orlando Carbone sono stati fatti ritrovare nelle campagne di Marcianse nell’aprile del 2015 proprio da Belforte, a pochi mesi dalla collaborazione. Il boss successivamente ha perso però il programma di protezione perché avrebbe mentito sulla morte di Angela Gentile, una donna scomparsa per lupara bianca nel 1991 perché amante del fratello Domenico Belforte. Per questo motivo la Procura di Napoli, su ordine del Viminale e disposizione della DDA, decise di revocare la protezione al capoclan Salvatore Belforte. Questa mattina l’imputato è stato presente in videoconferenza alla lettura del dispositivo.