“Le fogne si dovevano fare”. Questo era il loop che veniva ripetuto in continuazione tra le persone partecipanti all’affare dell’appalto milionario finanziato dalla Regione Campania per il comune di Lusciano. Abbiamo visto come si è svolto l’iter in cui sono venute fuori tutte le storture e le forzature realizzate affinché si ottenesse a tutti i costi l’aggiudicazione dei fondi. Dall’ordinanza di oltre 600 pagine firmata dal Gip Antonella Terzi è emerso il ruolo fondamentale di Anastasia Russo, Rup per l’intero procedimento, e come hanno concorso a vario titolo all’affare il progettista Onofrio e gli amministratori, il sindaco Esposito e l’assessore Grimaldi, che avrebbero dato una “spinta” malgrado i vari ostacoli da arginare, primo fra tutti la presentazione di un progetto desueto. Ottenuti i fondi arriviamo quindi alla gara. Questa è stata svolta presso la Stazione Unica Appaltante di Caserta. Ed è qui che l’asse con Villa Literno si concretizza. Partecipa e vince la gara la società Co.Ge.Stra S.r.l degli imprenditori Nicchiniello, raggiunti da misura cautelare. Inizialmente vengono presentate 18 offerte.
La Co.Ge.Stra. S.r.l presenta un ribasso del 63,337 % ben al di sopra della soglia di anomalia, motivo per cui iniziano delle verifiche. Dopo un andirivieni di richieste di chiarimenti e specifiche di preventivi e risposte definite sommarie da parte dell’impresa “improvvisamente c’è una virata che non può che essere ritenuta indice di accordo collusivo”. Così assume l’accusa. Fatto sta che i Nicchiniello si aggiudicano la gara. In realtà gli imprenditori non erano probabilmente ben voluti dagli amministratori luscianesi tanto che in una conversazione con il marito l’architetto Russo dirà: “Non c’è stato modo che avevano tutte le carte a posto”. Lo dirà in risposta al coniuge mentre si trovavano in macchina che le chiedeva conferma: “Tu sei andata lì perché questi qui non li volevi far vincere in nessuna maniera”. I lavori iniziano ufficialmente il 2 marzo 2015. In realtà il cantiere sarebbe stato deserto quella giornata. Tutto era stato avviato per incominciare a incamerare i primi soldi dalla Regione. Inizia però una diatriba tra l’Ente e la ditta perché gli imprenditori hanno fretta di proseguire i lavori e risolvere i problemi del cantiere man mano che si presentano. Il Comune invece vuole mettere “le carte a posto” ed effettuare una perizia di variante. Così i lavori intanto vengono sospesi. L’ente luscianese aveva convocato inoltre nel corso del 2014 alcune conferenze dei servizi con i comuni limitrofi che sarebbero state indette in maniera strumentale.
Tutto fatto in modo clamorosamente strumentale come sentenzia anche l’Anac nel dicembre 2015: “In relazione alla problematica igienico sanitaria, evidenziata dall’Amministrazione comunale, dovuta agli allagamenti del vicino comune di Parete, si rileva come dagli atti emerga che tale problematica era conosciuta almeno sin dal novembre 2013, ossia precedentemente all’affidamento dell’adeguamento progettuale”. Ma la perizia di variante era necessaria per ovviare alla falla del progetto originario. E si va avanti. D’altronde, lo sappiamo, “le fogne si dovevano fare”.
Valentina Piermalese
(continua…)