Giusto il tempo che i contagi da Coronavirus siano iniziati a diminuire che ritorna l’odioso fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. Ad essere presa di mira ancora una volta un’ambulanza, come raccontato dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate. “Un altro grave episodio accaduto ieri nel turno notturno 20:00-8:00 ai danni della postazione di Monte Saut B – spiega il personale che ha subito l’aggressione – Dopo essere stati allertati dalla CO118 per un intervento in zona Miliscola, Pozzuoli, verso le ore 1:20, ci recavamo presso l’abitazione della paziente e nel momento in cui attraversavamo lo stradone di Lucrino, a fianco al noto complesso Play Off , avvistavamo due individui sul marciapiede, che apparentemente sembravano extracomunitari dell’est, di cui uno trasportava a mano una bici. Improvvisamente – continuano – uno dei due, nel momento in cui passavamo a fianco con sirene e lampeggianti accesi, lanciava una bottiglia di vetro di birra sul finestrino posteriore sinistro dell’ambulanza impattando violentemente e creando un gran rumore dall’interno, tanto che la bottiglia si era frantumata. Increduli dell’accaduto, l’autista soccorritore è stato costretto ad interrompere il tragitto verso il luogo dell’intervento, per constatare quali fossero stati i danni. Subito dopo l’accaduto abbiamo immediatamente avvertito la CO 118 la quale ha poi contattato il 112 e, da lì a poco, ci siamo incontrati con le forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. È veramente sconcertante che degli individui possano commettere un’azione simile ai danni di un mezzo di soccorso che lavora per il territorio e la salute dei cittadini, soprattutto in questo difficile momento di pandemia. Spero vivamente che siano presi i dovuti provvedimenti rintracciando questi due balordi, con l’auspicio che questi episodi non accadano più.” Il commento dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate: “è una brace che cova sotto la cenere, le aggressioni non si sono mai fermate e siamo convinti che dal 4 maggio in poi prenderanno nuovamente vigore”.

 

 

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