Proseguono le attività di Arpac avviate con l’obiettivo di valutare gli effetti ambientali dell’esplosione che ha colpito lo scorso 5 maggio lo stabilimento della Adler Plastic spa a Ottaviano (Napoli).  L’Agenzia è intervenuta fin dalle prime ore successive all’esplosione, inviando sul campo tecnici del Dipartimento di Napoli. Inoltre Arpac ha acquisito i dati meteo rilevanti, insieme ai dati della rete fissa di monitoraggio della qualità dell’aria, e ha avviato fin dalla sera del 5 maggio il monitoraggio delle diossine eventualmente disperse in aria. Infine, la mattina del 6 maggio, l’Agenzia ha messo in funzione un laboratorio mobile per il monitoraggio di inquinanti atmosferici quali polveri sottili, ossidi di azoto, monossido di carbonio e benzene, laboratorio collocato nei pressi dell’azienda colpita dall’incendio. I primi dati rilevati da Arpac sono stati diffusi nel corso della giornata di ieri. Questa mattina l’Agenzia ha pubblicato sul proprio sito istituzionale i primi dati acquisiti dal laboratorio mobile [http://www.arpacampania.it/web/guest/1099], al momento disponibili a partire dalle 13 di ieri fino alle 8 di stamattina. Nel pomeriggio e nelle ore serali di ieri si è riscontrato un aumento della concentrazione di PM10, con medie orarie oltre il limite che il decreto legislativo 155 del 2010 pone come media giornaliera. I valori sono rientrati questa mattina al di sotto del valore limite. Il monitoraggio del PM 2.5 invece non ha mostrato picchi significativi. Per quanto riguarda il benzene, le concentrazioni si sono mantenute superiori al limite annuo di 5 microgrammi per metro cubo (espresso come media annua nella legislazione vigente), con valori prossimi a 10. Per gli altri parametri (ossidi di azoto, monossido di carbonio e ozono) non sono stati riscontrati valori elevati. La pubblicazione dei dati del laboratorio mobile proseguirà con cadenza giornaliera. Arpac ha dedicato particolare attenzione alle condizioni meteo rilevate durante l’incendio, pubblicando ieri un report specifico [http://www.arpacampania.it/web/guest/1402]. Dai dati misurati e dalle elaborazioni modellistiche si evince che la Campania, nel pomeriggio del 5 maggio, era in condizioni di alta pressione, con vento debole da sud-ovest fino a quote di 700-800 metri e con vento sostenuto da ovest a quote superiori. Nelle successive ore notturne si è verificata una riduzione del vento al suolo, con scarso rimescolamento atmosferico e venti deboli da est. A seguito di queste condizioni meteoambientali, il plume dell’incendio si è espanso prima verso l’alto fino a 900 metri e poi verso est fino ai rilievi appenninici, come documentato anche dalle webcam di Campania Meteo (campaniameteo.it)  e Ente Autonomo del Voltuno e da foto e video amatoriali. Pertanto la diffusione a bassa quota è stata molto limitata. E’ stato intanto ultimato il primo campionamento di aria finalizzato al monitoraggio delle diossine, monitoraggio che prosegue con ulteriori campionamenti. Il primo campione è stato inviato ieri al Laboratorio Diossine della UOC Siti contaminati e bonifiche: gli esiti analitici verranno diffusi non appena disponibili. Tutti i risultati delle attività effettuate in seguito all’incendio verranno comunicati alle autorità competenti e pubblicate sul sito istituzionale dell’Agenzia.

 

 

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