L’amministrazione comunale normanna sta attraversando un periodo non proprio florido. Non sono poche le polemiche sollevate specie per quanto riguarda la giunta. In particolare il ‘rimpastino’ di qualche settimana fa ha dato vita ad un movimento di ‘dissidenti’ tra la stessa maggioranza del sindaco Alfonso Golia. Ma ancor più duri sono stati i gruppi di opposizione. “La giunta Golia sin dall’inizio del suo insediamento ha dimostrato molta fragilità, che si è poi espressa in maniera eclatante con l’ultimo defenestramento avvenuto ai danni dell’ex assessore al Bilancio Nico Carpentiero”. Così Gianluca Golia, ex competitor dell’attuale primo cittadino e capogruppo della Lega nel civico consesso. “Le prime avvisaglie di fragilità si sono avute già tempo addietro, quando la dottoressa Ciarmiello ha abbandonato l’assessorato all’Ambiente per motivi personali. Ma, tralasciando questo aspetto, l’azione messa in atto fin quando è stata in carica non si è quasi mai avvertita. Basta ricordare il disastroso passaggio di cantiere tra Senesi e Tekra che ad oggi non è stato ancora fatto, considerando che abbiamo anche pagato 3mila euro per la consulenza di un legale il quale nella sua relazione ha specificato che c’erano le condizioni per poter proseguire. E non si capisce il perché non sia ancora stato completato l’iter”. Il capogruppo di opposizione fa poi un’analisi anche dei fatti che hanno portato all’abbandono della nave di Luigi Fadda, ex braccio destro del sindaco Golia, la cui azione “è stata molto blanda. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il mercato ortofrutticolo. Al 7 maggio è ancora chiuso e i lavori stanno ancora al palo. Abbiamo le 300 famiglie degli operatori che, passatemi il termine, sono uccise. Totalmente sul lastrico. Questa è tutta la lungimiranza di chi doveva essere attento”.

Tornando all’ex titolare del Bilancio: “Un defenestramento che è stato caratterizzato da un botta e risposta col sindaco Golia. Una faccenda che ha del grottesco, anche alla luce di una giornalista, la quale sosteneva che le reali ragioni risiedevano in altro. A tal proposito io stesso – spiega il consigliere Golia – ho presentato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere al sindaco quali fossero le reali ragioni e se la tesi sostenuta dalla giornalista fosse vera ma purtroppo ad oggi vige ancora il silenzio. Nessuna risposta ci è stata fornita”. Gianluca Golia ci tiene a precisare che non ha “agito per polemica ma per fugare le ombre che inevitabilmente hanno ammantato la Giunta aversana. Ma considerando il silenzio in risposta ad un’interrogazione su una questione tanto delicata, la tanto sbandierata operazione verità appare priva della suo senso. Tant’è che i malumori provengono dalla stessa maggioranza e dal presidente del consiglio comunale. Questo è indice della mancanza di una serenità interna, a dispetto di quello che vogliono far trasparire”. L’affondo: “Ho come l’impressione che questa maggioranza viva come in quei film comici in cui gli operai girano sempre per gli stessi capannoni dando l’impressione di essere degli irreprensibili lavoratori ma poi fondamentalmente battono solo il martello sul ferro, dimostrandosi del tutto inconcludenti. In sintesi, tanto rumore e poca sostanza”. Non si risparmia l’ex candidato sindaco e sottolinea la scarsa attività dell’amministrazione targata Alfonso Golia: “L’immobilismo è un dato oggettivo. Aversa fino al 9 marzo, data di inizio dell’emergenza sanitaria, era in pieno caos. Una città molto poco ordinata. Da giugno dell’anno scorso oltre a proclami e slogan, si è visto ben poco. Un’azione che si svolge principalmente sui social. Ma la politica ha a che fare con la realtà. Gli aversani hanno bisogno di fatti e non di sensazionalismi virtuali. Ai cittadini occorre dare dei servizi che funzionano, ovvero un minimo di vivibilità. Cosa che non è stata, come dicevo, garantita fino al 9 di marzo. Speriamo che con la ripresa delle attività e con questi tre nuovi assessori possa essere segnato un punto di svolta. Perché quanto visto fino ad oggi, e non esagero, è stato solo aria fritta: frasi a effetto, selfie, pizze infornate e magliette con slogan. Oltre al social c’è stato veramente ben poco”.

Luigi Viglione

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