E’ in sedici pagine dattiloscritte la ”verita”’ del Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo su cosa avvenne alla cena del dicembre scorso a cui erano presenti il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e il suo braccio destro, Marco Milanese. Per quella vicenda il magistrato romano, titolare di numerose inchieste importanti, e’ oggetto di due indagini disciplinari da parte del Csm e della Procura generale della Corte di Cassazione. Capaldo ha rimesso oggi le deleghe sulle indagini Enav inviando una lettera al procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, nella quale spiega i motivi della sua decisione. ”L’unico motivo che mi spinge a chiedere la remissione del fascicolo Š l’aggressione che l’intero ufficio della Procura di Roma ho notato sta subendo”, scrive Capaldo. Prendendo in prestito quanto scritto su questa vicenda da Vittorio Sgarbi, il magistrato afferma che ”Š stato inventato il reato di cena con ministro”. E ancora: ”mai avrei immaginato che un incontro con un ministro della Repubblica potesse esser fatto passare come un incontro con Tot• Riina”. Per il magistrato non esistono “motivi di opportunit…” che possano indurre a lasciare il coordinamento delle indagini. Capaldo si dice vittima di una “aggressione mediatica” di “insolita violenza”. Il procuratore aggiunto fa riferimento poi ad una intercettazione di circa un anno fa nella quale si annunciava una ”bastonata” della Guardia di Finanza contro di lui per indurlo a lasciare l’inchiesta. “Mi rimane il rammarico che si realizzi quanto riferito nella telefonata intercettata il primo luglio 2010 tra Borgogni e Martini, rispettivamente capo relazioni esterne di Finmeccanica e presidente Enav. In quella telefonata, trasmessa alla Procura di Perugia, il Martini informava il Borgogni che a me sarebbe arrivata una bastonata sui denti dalla Guardia di Finanza per cui sarei stato costretto a rinunciare alla delega al processo”. Capaldo ricostruendo cosa avvenne alla cena ”incriminata” sottolinea nella missiva che nel corso dell’incontro con Tremonti non furono affrontati argomenti di carattere giuridico e tantomeno rispetto ai procedimenti in corso. Capaldo nella comunicazione a Ferrara ricorda che l’incontro con il ministro avvenne per desiderio dello stesso ministro, che aveva piacere d’incontrarlo. L’aggiunto spiega poi che Marco Milanese Š stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma, il 5 gennaio del 2011. E dopo le dichiarazioni dell’imprenditore Fabrizio Testa e del consulente Lorenzo Cola. In particolare nella nota, Capaldo ricorda che in merito alle spontanee dichiarazioni di Testa queste furono rese nel pomeriggio del 13 dicembre 2010. In particolare l’atto istruttorio cominci• alle 15,45 e Capaldo non vi prese parte. “Il fatto Š provato dall’assenza della firma in calce al verbale”. Uno dei pubblici ministeri, Paolo Ielo, arriv• in ritardo – viene ricordato – e quindi a causa di un precedente impegno a piazzale Clodio, Capaldo si allontan• dagli uffici di piazza Adriana dove si stava svolgendo l’interrogatorio”. Inoltre nessuno avrebbe informato Capaldo che Testa aveva parlato di Milanese, in merito alla vendita di una barca poi acquistata in leasing da un altro impreditore. Perch‚ l’episodio era apparso del tutto ininfluente. L’attenzione degli inquirenti sulla vendita del natante si sarebbe avuta solo dopo l’interrogatorio di Lorenzo Cola del 22 dicembre, e quindi dopo il pranzo con il ministro Tremonti. Intanto, sul fronte delle indagini della procura di Napoli, oggi sono stati aperte due cassette di sicurezza in uso a Milanese. Una cassetta Š stata trovata vuota, la seconda conteneva un orologio antico, un braccialetto della figlia, un orologio swatch di 20 anni fa ed un certificato di garanzia per una fedina di brillantini da 1,48 carati datata maggio 2005.