Un’inchiesta formale alla Nato per fare chiarezza su quanto accaduto ieri nelle acque a sud di Lampedusa. A chiederla e’ il ministro degli Esteri Franco Frattini: “In relazione alle polemiche circa il presunto mancato soccorso a battelli con clandestini a bordo in fuga dalla Libia, il ministro degli Esteri Frattini ha dato istruzioni al Rappresentante Permanente italiano presso la NATO di chiedere un’inchiesta formale per l’accertamento della dinamica di quanto accaduto”, si legge in una nota della Farnesina.

“Il ministro Frattini – prosegue il comunicato – ha anche chiesto all’Ambasciatore Sessa di sollecitare una discussione all’interno dell’Alleanza Atlantica per il possibile adeguamento del mandato della missione di salvaguardia delle popolazioni civili in Libia, sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite 1970 e 1973, affinche’ vengano opportunamente considerate la tutela e soccorso anche di coloro che per cause belliche sono costretti a fuggire su barconi mettendo a rischio la propria incolumita’”. Sul presunto mancato intervento si e’ espresso anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate: “In caso di richiesta di soccorso, le unita’ navali nazionali, come quelle di tutte le altre nazioni, agiscono in maniera tempestiva in aderenza agli accordi internazionali e al codice della navigazione, con esplicito riferimento alla salvaguardia della vita umana in mare”. Il generale Abrate ha sentito i vertici nazionali della Marina Militare che hanno escluso qualsiasi coinvolgimento nella vicenda da parte delle Unita’ italiane. Da parte sua la Nato, tramite un portavoce, ha spiegato che il comando delle operazione marittime e’ stato informato dall’Italia di una richiesta d’aiuto, ma che poco dopo le autorita’ italiane hanno confermato “di aver fatto fronte all’emergenza con tre navi e i loro elicotteri di supporto”. Il salvataggio di ieri, in ogni caso, ha evitato una tragedia simile a quella di domenica scorsa, quando 25 cadaveri sono stati trovati sul fondo di un barcone. La procura di Agrigento aveva immediatamente aperto un’inchiesta. Sei i presunti scafisti fermati. Tutti devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di morte come conseguenza di altro delitto, e per due di loro si aggiunge anche l’accusa di omicidio.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui