ha rinviato a giudizio sei persone e i legali rappresentanti delle tre aziende titolari dell’appalto o subappaltatrici del lotto 13 della variante di valico dell’ Autostrada A1, Firenze-Bologna. Giovanni Mesiti, 49 anni, di Locri (Reggio Calabria), Rosario Caruso, 26 anni, di Sinopoli (Reggio Calabria), e Gaetano Cervicato, 45, di Melito (Napoli) precipitarono da circa 40 metri per “lo sganciamento della pedana sulla quale si trovavano”. Un quarto operaio si salvò per miracolo. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Luciana Singlitico, l’incidente fu causato dall’errato montaggio del sistema di ancoraggio: per il serraggio del cono sarebbe stata utilizzata una vite di dimensioni inferiori, sia per lunghezza sia per diametro, a quelle prescritte. La piattaforma era stata montata accanto al pilone il giorno prima dell’incidente.
Davanti al giudice, presso la sezione distaccata del tribunale di Firenze a Pontassieve, compariranno Alfonso Toto, ad della Toto costruzioni (la ditta che aveva vinto l’appalto dei lavori), Francesco Talone, Alessandro Toscan e Francesco Contu (tutti dirigenti o dipendenti della Toto); Augusto Antonini e Alessandro Bonanni, rispettivamente titolare dell’Antonini Srl e legale rappresentante della M.S. Manutenzioni Strade Srl, le due aziende che lavoravano in subappalto. Le aziende saranno chiamate a rispondere degli illeciti contestati dall’accusa. Condannata a due anni con rito abbreviato Barbara Battisti che coordinava i lavori mentre ha patteggiato 11 mesi Dino Federigi, anche lui dipendente della Toto.