Aprile 1945, mercoledì 25: il Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia, proclama l’insurrezione generale contro i nazifascisti. Le truppe alleate sono in arrivo, ma i partigiani entrano in azione. A Napoli l’insurrezione era scattata un anno e mezzo prima, il primo ottobre del 1843. La gente di Napoli liberò la città dai tedeschi e le forze alleate poterono entrare senza incontrare resistenza nella prima delle grandi città italiane liberate. Tornando ad aprile del 1945, un’altra città campana diventa punto di riferimento nazionale: Caserta. Nella Reggia aveva sede il quartier generale alleato, i disegni a carboncino sui muri delle stanze poste agli ultimi piani del palazzo reale ne sono ancora una evidente testimonianza. E’ il 29 Aprile del 1945 quando i tedeschi firmano una resa incondizionata, poi entrata in vigore a mezzogiorno del 2 maggio. L’Italia era ufficialmente libera. Grazie al sacrifico di tanti, Grazie al coraggio di uomini e donne. In molti casi pagato con la vita. “Un mese prima del 25 aprile del ’45 – scrive oggi Pierluigi Bersani -, sette partigiani, quasi tutti sui vent’anni, vengono portati dal carcere di Monza a Pessano per essere fucilati. Il cappellano di Monza, che li confortò, ci ha lasciato un ricordo. Avviandosi al patibolo, uno di quei giovani è preso da una disperata crisi di pianto. Il suo compagno, altrettanto giovane, gli dice “Ma che cosa piangi? Non moriamo mica per niente, moriamo per qualcosa”. Puo’ bastare così!