Cinque ordinanze sono state eseguite all’alba di oggi dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Angelo Morabito, nei confronti di appartenenti al clan Belforte- gruppo D’Albenzio attivo a Maddaloni e Cervino nel casertano. L’ordinanza e’ stata emessa dal gip presso il tribunale di Caserta su richiesta dei pm della direzione distrettuale antimafia.
Gli indagati sono accusati di tentata estorsione ed estorsione, incendio, aggravati dalla metodologia mafiosa. Le indagini sono partite tra l’agosto e l’ottobre dello scorso anno quando il clan compi’ una serie di attentati incendiari nei confronti di amministratori pubblici, impiegati comunali e operatori economica di Cervino. L’attivita’ investigativa ha svelato il pesante clima di intimidazione imposto in quel territorio dal clan d’Albenzio. Tutto cio’ allo scopo di ottenere dall’amministrazione comunale, a favore dei propri familiari o appartenenti al clan il cosiddetto reddito di cittadinanza, contributo per l’affitto di un’abitazione previsto per le famiglie disagiate e il pagamento di tangenti da parte dell’imprenditore locale titolare di una ditta di onoranze funebri e di un’impresa di trasporti. Anche queste vittime furono oggetto di attentati.
Sei attentati nel giro di tre mesi, dall’agosto fino a ottobre del 2011, obiettivo far ottenere il reddito di cittadinanza erogato dal Comune di Cervino a famiglie del clan, un contributo per l’affitto di un’abitazione previsto per fasce disagiate. Dopo cinque mesi di indagini, la polizia di Caserta, coordinata dalla procura Antimafia di Napoli e Santa Maria Capua Vetere, ha chiesto e ottenuto dal gip di Napoli l’arresto di Giuseppe Di Nuzzo, 38 anni, pregiudicato di Cervino attualmente in carcere per altri reati Palladino Spallieri, 27 anni, Pietro Iulio, 31 anni, ritenuti referenti del gruppo dei fratelli D’Albenzio, Giorgio e Clemente, legati al clan Belforte di Marcianise, ai quali sono stati anche contestati episodi estorsivi nei confronti di un imprenditore tra il 2009 e il 2010. E poi gli stessi Giorgio e Andrea D’Albezio, rispettivamente 52 e 24 anni, padre e figlio. Il clan e’ attivo nel comprensorio di Marcianise, Maddaloni, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Cervino e zone limitrofe.
La svolta nelle indagini il 18 ottobre, quando sono emerse le reponsabilita’ del gruppo nell’incendio dell’auto del sindaco facente funzioni di Cervino Biagio Di Nuzzo, esecutore materiale Giuseppe Di Nuzzo, su mandato di Spallieri, alla cui moglie non era stato elargito il contributo. Dal primo agosto c’era stata un’escalation di atti intimidatori: il 12 agosto era stata lanciata una bottiglia incendiaria all’interno dell’abitazione di un’impiegata del Comune di Cervino, addetta alle pratiche di assistenza sociale; il giorno seguente erano state lanciate altre due molotov costruite artigianalmente contro l’auto della stessa impiegata, parcheggiata nel cortile della sua abitazione. Il 14 ottobre era stato dato alle fiamme il negozio di un fruttivendolo, figlio dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune; il 15 ottobre ancora un incendio a un’autovettura, questa volta di proprieta’ dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Cervino, nonche’ geometra in servizio all’Ufficio Tecnico del Comune di San Felice a Cancello; il 17 ottobre veniva incendiata l’auto di un imprenditore e infine il 18 ottobre il sindaco Di Nuzzo aveva denunciato che, la sera precedente, aveva ricevuto sulla sua utenza cellulare una telefonata anonima dall’esplicito contenuto minatorio. La polizia ha scoperto che la sera del 18 ottobre il primo cittadino era stato seguito per tutto il giorno. Gia’ nel 2008 il sindaco Giovanni Piscitelli era stato stordito e dato alle fiamme mentre era ancora in vita.