”Diego non chiede privilegi o sconti ma solo legittimamente di esser ascoltato e di far prevalere la giustizia anche 25 anni dopo”. Cosi’ l’avvocato Angelo Pisani, difensore dell’ex ‘pibe de oro’, spiega la vicenda della querelle col fisco italiano di Diego Armando Maradona. Ed evidenzia dal suo punto di vista – ‘allo stato attuale’ – la posizione dell’ex campione argentino:

”Maradona non solo non e’ debitore del fisco per le somme illegittimamente addebitategli, ma e’ un libero cittadino e, nei prossimi giorni, partecipera’ ad una conferenza stampa pubblica per spiegare, documenti alla mano, al mondo intero ed anche alle autorita’ il paradossale equivoco ed ingiustizia che per 25 anni lo hanno tenuto lontano dall’Italia”. Dunque, ”se e’ normale pagare le tasse giuste” e’ ”anche doveroso che il fisco – dice il legale di Maradona – abbia un volto umano ascoltando i contribuenti; il mio assistito auspica, senza chiedere alcun privilegio ma solo ascolto e giustizia, una soluzione della controversia ed una pace sociale per lo sviluppo dell’economia e giustizia del nostro Paese”. Insomma, secondo Pisani, ”non e’ vero che Diego Armando Maradona, libero di circolare in Italia quando vuole non essendo stato mai condannato, abbia evaso il fisco italiano, tant’e’ che esiste una sola sentenza esecutiva del 1994 (Commissione tributaria regionale) dalla quale si evince che ne’ il Calcio Napoli, ne’ Maradona (tra l’altro assolto anche in sede penale) come obbligato in solido sono responsabili verso il fisco i cui accertamenti sono stati annullati, mentre la successiva sentenza della Cassazione e’ solo di rito e di inammissibilita’ di altro ricorso ma non di condanna come pretestuosamente si pubblicizza da anni”. Inoltre, ”non risulta vero che le presunte imposte evase, oggi insanabilmente estinte e prescritte gia’ dal 1986 al 1998, ammontano a 13 milioni di euro poiche’ il presunto debito opposto, di cui neanche agli atti dell’attuale causa in corso esiste prova e documentazione, era di circa 7 milioni mentre gli interessi e aggiunte illegittimi (su cui si chiedera’ alla Procura di indagare per calcolo mora, sanzioni ed interessi) sono addirittura pari ad oltre 30 milioni”. Dice ancora l’avvocato Pisani: ”Non risulta vero che, dopo esser stato perseguitato per oltre 20 anni, il campione, attraverso il suo legale, ha anche tentato, senza riuscire nel suo intento, di contestare formalmente le cartelle, parlando di difetti di notifica e di prescrizione senza sortire alcun effetto; infatti dopo irrituali udienze e la ripetuta modifica del collegio giudicante per astensione ed incompatibilita’ dei giudici solo il 5 aprile iniziera’ il processo tributario in cui sara’ onere del fisco spiegare al mondo intero, tra l’altro a fronte di precedenti sentenze e leggi favorevoli a Maradona, la legittimita’ dell’assurda ed ingiustificata pretesa milionaria che di certo finira’ sui tavoli della Corte Europea dei diritti dell’uomo per veder definitivamente affermarsi la giustizia e l’estraneita’ di Maradona a tali addebiti”.

 

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