Cominciata e subito finita l’assemblea provinciale del Partito Democratico. Anzi, in buona sostanza, nemmeno iniziata. Va innanzitutto detto che erano una cinquantina i presenti, su 150 componenti e, dunque, non c’è mai stato numero legale. Oltretutto gli istituzionali non avevano diritto al voto. Ma, in ogni caso, il motivo ufficiale per il quale l’assemblea non si è, in buona sostanza, tenuta, è che ‘c’è bisogno di un accompagnamento da parte dei vertici romani’, così come ha evidenziato la presidente Camilla Sgambato. In buona sostanza da Roma è arrivato uno stop, per proseguire c’è necessità che da Roma dettino l’agenda. Restano le perplessità sul fatto che l’assemblea in tre anni, a gennaio andrebbe rinnovata, non è mai stat convocata tranne qualche rara volta. Eppure è accaduto di tutto. Non è stata mai rinnovata la Commissione di garanzia, organismo chiamato a dare il via libera dal punto di vista etico, anche ai singoli candidati. Parere che, ovviamente, non è arrivato perché la Commissione non c’era. Così come non c’è stato nessun passaggio, né in assemblea né in Direzione, per il via libera alla lista del Pd alle Provinciali, né tantomeno per quel che riguarda il via libera ad un candidato presidente non del Pd. Certo ci sarebbe la necessità assoluta di ripartire e del rispetto delle regole. Evitando deleteri protagonismi. Ci riuscirà il Pd casertano?

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