“Un’amara considerazione del tempo perduto”. E’ quella fatta dagli ex ministri del Lavoro Roberto Maroni e Maurizio Sacconi in una lettera al ‘Corriere della Sera’ in cui ricordano che il ‘Libro Bianco’ redatto da Marco Biagi che “per la prima volta introduceva esplicitamente nel confronto politico e sociale la necessita’ di coniugare profili di flessibilita’ delle imprese e di sicurezza dei lavoratori”.
Un testo che scateno’ una “reazione violenta” si alcuni ambienti politici, sindacali e accademici “nonostante il metodo della preliminare pubblica consultazione e poi del dialogo sociale”. Tanto che si parlo’, sottolineano, di “libro limaccioso” e di “macelleria sociale”. E argomentano: “A tutti vogliamo ricordare il tempo vissuto perche’ non si riproducano modalita’ conflittuali che, nel linguaggio o nei comportamenti, possano sollecitare quelle attitudini alla violenza sempre latenti in un paese nel quale sono stati copiosamente diffusi i germi dell’intolleranza ideologica”. Per la riforma del lavoro voluta oggi dal governo, spiegano gli ex ministri, “la responsabilta’ delle decisioni passa al Parlamento il cui compito sara’ quello di considerare non solo l’equilibrio complessivo della riforma ma anche la concretezza dei suoi singoli atti in modo che al di la’ dei simboli e senza scambi astratti, possa effettivamente prodursi una maggiore propensione delle imprese a intraprendere e assumere in un tempo carico di incognite e variabili imponderabili”.