E’ durato undici giorni il sequestro di Claudio Bosusco, il 61enne escursionista romano rapito dai maoisti, nello Stato indiano dell’Orissa, e liberato stamane. A dare la notizia l’emittente Ndtv, la stessa che gia’ sabato sera aveva anticipato il rilascio di uno degli ostaggi italiani. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha confermato poco dopo la notizia e rinnovato l’impegno a riportare a casa anche Paolo Bosusco, il compagno di trekking di Colangelo, rapito con lui il 14 marzo.

I reporter della tv indiana che hanno ricevuto in consegna il turista italiano hanno camminato per 16 ore nella giungla per raggiungere il campo base dei maoisti. Colangelo, 61 anni, che ha probabilmente contratto la malaria ed era il piu’ anziano dei due ostaggi, e’ stato consegnato a un gruppo di giornalisti che si sono spinti nell’area del sequestro, un’impervia area boschiva di foreste pluviali: secondo la stampa indiana, e’ stato lo stesso leader dei ribelli locali, Sabyasachi Panda, a consegnarlo. “E’ stata un’esperienza spaventosa, speriamo che adesso liberino Paolo, ha detto Colangelo, appena liberato. Piu’ tardi, al telefono di Sky Tg 24, e’ apparso piu’ misurato: ha detto di aver sofferto il caldo e di aver perso qualche chilo, ma che bene e che e’ stato trattato con riguardo dai suoi sequestratori. “Non voglio dire che sono stati squisiti perche’ sarebbe esagerato per l’occasione, ma hanno cercato di fare di tutto per soddisfare le nostre esigenze, a cominciare da quelle alimentari”. Colangelo ha detto di essere stato liberato nella mattinata e che i maoisti, negli undici giorni di sequestro, hanno spostato i due ostaggi all’interno della giungla. Il turista romano non ha voluto invece chiarire le circostanze del rapimento ne’ confermare che, insieme al suo compagno di escursione, stesse fotografando donne dei villaggi che facevano il bagno, quando e’ stato catturato: “Si fanno tante di queste speculazioni, preferisco non entrarvi”, ha commentato a proposito delle presunte foto alle donne. E poi ha aggiunto: “Stavamo facendo il bagno nel fiume quando sono arrivati uomini armati”. Colangelo ha aggiunto che anche Bosusco e’ in buone condizioni (“Sta bene: anche lui ha perso qualche chilo, il caldo in questo periodo e’ terribile”), ma ha detto di non sapere nulla riguardo la sua attuale localizzazione. Terzi ha assicurato un rinnovato impegno per riportare a casa l’altro ostaggio: “Il risultato di oggi rappresenta per tutti coloro che in questi giorni sono stati impegnati senza sosta sulla vicenda una motivazione ancora piu’ forte per proseguire il lavoro verso una soluzione positiva anche per questo caso”. I guerriglieri maoisti rapirono i due italiani il 14 marzo mentre facevano un’escursione in un distretto tribale della regione orientale dell’Orissa. La guerriglia, presente in ampie zone del centro e dell’est del Paese, aveva richiesto, per la loro liberazione, che il governo mettesse fine alle operazioni contro i ribelli. II negoziati si erano clamorosamente interrotti sabato, dopo che all’alba era stato rapito, in un altro distretto dell’Orissa, un deputato regionale, Jhina Hikaka, critico con l’attivita’ dei maoisti. Il sequestro di Hikaka, membro del Parlamento per il partito di governo Biju Janata Dal (BJD), era stato interpretato come il segnale di una lotta di potere interna al movimento guerrigliero, in cui esiste fronda interna contro Sabyasachi Panda. Lo stesso Panda, emarginato ai vertici della cupola maoista negli ultimi 18 mesi, avrebbe organizzare il rapimento dei due italiani per riaffermare il suo controllo del territorio. La polizia indiana sospetta che il rapimento di Hikaka sia stato organizzato invece dal Comitato Zonale Maoisti dell’Andhra-Orissa-Border, attivo nel distretto di Koraput e nella vicina zona dell’Andhra, la base originaria dei Naxaliti. Lo stesso gruppo e’ anche sospettato di aver ucciso due poliziotti e un vice ispettore nel distretto Malkangiri, nei giorni scorsi: una recrudescenza di violenza che ha violato il cessate il fuoco deciso da Panda. Poliziotti e un vice ispettore nel distretto Malkangiri, nei giorni scorsi: una recrudescenza di violenza che aveva violato il cessate il fuoco deciso da Panda.

 

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