Colpo di scena nel processo, appena cominciato, sull’omicidio di Melania Rea. Il gup Marina Tommolini ha deciso di effettuare il prelievo della saliva a due operai macedoni che si trovavano al lavoro in un cantiere nei pressi del luogo del delitto, a Ripe di Civitella (Teramo).
Il prelievo servira’ a individuare altro Dna, oltre a quello del marito Salvatore Parolisi – unico indagato -, eventualmente presente sulla bocca della donna di Somma Vesuviana. Il legale delle parti civili Mauro Gionni ha giudicato utile “ogni elemento che possa portare all’accertamento della verita’”. Dunque per il giudice Tommolini la prova regina su cui basare il processo resta il Dna isolato sulla bocca di Melania. “Mi auguro che venga fuori la verita’”, ha commentato Michele Rea, fratello di Melania. L’uomo, in questa fase del processo a carico del cognato Parolisi, mantiene la sua compostezza. Nessun incrocio di sguardi con Salvatore. Per tutta la giornata Michele Rea e’ rimasto accanto al papa’ Gennaro e alla mamma Vittoria Garofalo che, a un certo punto, e’ uscita in lacrime dall’aula. Nell’udienza di oggi, durata quasi sei ore e a porte chiuse, il gup ha ammesso solo le perizie dei genetisti e medici legali delle parti chiamate in causa nel processo con rito abbreviato condizionato a carico di Parolisi.