Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, indica durante l’audizione sulla Nadef davanti alla Commissione speciale della Camera quanto ci costa l’inflazione: oltre 50 miliardi. È l’ammontare della spesa per le pensioni prevista fino al 2025. A pesare è l’impennata dei prezzi che spinge l’indicizzazione, cioè l’adeguamento delle pensioni al caro vita. La maxi spesa per le pensioni e quella per gli interessi sul debito restringono lo spazio d’azione del governo. I soldi previsti nella manovra contro il caro bollette copriranno solo i primi tre-quattro mesi dell’anno. Una raccomandazione arriva anche sul Pnrr: “Bisogna evitare che il programma di spesa venga ulteriormente rimodulato”, dice la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione. A rischio è il già complesso percorso di crescita indicato nella Nadef. A un quadro economico che si sta deteriorando, con il PIl atteso in territorio negativo nell’ultimo trimestre dell’anno, l’esecutivo risponde con un doppio intervento: il decreto Aiuti quater, che arriverà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, e la legge di bilancio che destinerà 21 miliardi alle misure contro il caro energia. Nella manovra ci saranno ancora i crediti d’imposta per le imprese, ma anche un contenimento degli oneri di sistema, le voci fiscali che pesano sulle bollette delle aziende e delle famiglie. Spazio anche alle misure identitarie: oltre a un’estensione della flat tax al 15% per le partite Iva e gli autonomi, cara alla Lega, rispunta quella incrementale, spinta da Fratelli d’Italia. Il decreto Aiuti quater potrà contare sui 9,1 miliardi che il Parlamento si appresta a sbloccare con il via libera all’autorizzazione richiesta dal governo. Nel provvedimento ci sarà la proroga fino a fine anno dei crediti d’imposta in favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas.
Si allunga fino al 31 dicembre anche lo sconto di 30 centesimi su un litro di benzina e diesel. Le misure contro il caro bollette assorbiranno anche gran parte della manovra. I 21 miliardi a disposizione per questa voce saranno utilizzati ancora per i crediti d’imposta alle imprese, ma anche per contenere gli oneri di sistema. Allo studio ci sono anche una rateizzazione delle bollette della luce e la possibilità per le imprese di riconoscere ai dipendenti un premio esentasse fino a tremila euro. Il governo punta anche a creare un Fondo contro il caro energia. L’obiettivo, spiega Giorgetti, è impiegare le risorse disponibili della programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei. Serve però una modifica dei regolamenti europei. Il ministro dell’Economia spiega che è allo studio una doppia versione della flat tax. La prima prevede un’estensione della soglia dei ricavi e dei compensi delle partite Iva e degli autonomi su cui oggi si applica la flat tax al 15 per cento. È lo schema della Lega. Giorgetti non indica la nuova soglia, ma negli scorsi giorni è emersa la volontà del Carroccio di portarla dagli attuali 65mila a 85mila euro. Rispunta la flat tax incrementale, annunciata da Fratelli d’Italia durante la campagna elettorale. Si tratta di una versione parziale di flat tax, che non va ad operare su tutto il reddito ma solo sulla parte di incremento rispetto agli anni precedenti. Con tanto di dubbi tecnici che si porta dietro, sulla sua progressività ed efficacia. In sostanza, I lavoratori dipendenti potranno beneficiare di una tassazione agevolata al 15% sull’incremento di reddito registrato quest’anno rispetto al reddito più alto dichiarato e assoggettato all’Irpef nei tre anni precedenti. Le stime del governo registrano un incremento della spesa di 5,4 miliardi per quest’anno, a cui ne seguirà uno da 21,3 miliardi nel 2023, poi un leggero ripiegamento nel 2024, quando l’incremento sarà di 18,5 miliardi, e una flessione l’anno successivo (7,4 miliardi). Il totale della spesa per le pensioni, però, sale perché questi incrementi vanno sommati ai nuovi, quelli che derivano dall’adeguamento all’inflazione. Il totale per il periodo 2022-2025 fa oltre 50 miliardi. Nell’immediato, l’adeguamento delle pensioni determinerà un aumento della spesa pari al 7,3 per cento. I dati del governo, aggiornati al primo settembre, parlano di una spesa in forte aumento per il superbonus al 110%. “L’incremento – spiega Giorgetti – segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi sull’intero periodo di previsione”. I costi sono superiori alle stime e il governo sottolinea come la maggiore spesa pregiudica l’adozione di altre misure. La misura sarà rivista “in modo selettivo”, aggiunge il ministro dell’Economia.