Antonio Guidi è un marziano. Per carità non come l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che non veniva da Marte ma scendeva dalle nuvole di un cielo plumbeo. Il senatore di Fratelli d’Italia è stato scaraventato sulla Terra chissà per quale favorevole congiunzione astrale. Colloquiando con lui si ha la netta sensazione che non è “umano”. Appartiene a un universo parallelo. Leggasi teoria delle stringhe. E sarebbe un errore imperdonabile confinarlo nel recinto della politica, sempre più popolata da una fauna che bruca nel sottobosco in cerca di ghiande. L’ex ministro Guidi è di un’altra specie. È un’aquila che dispiega le ali senza confini. Va ad alta quota o in picchiata. E non c’è speranza: è irraggiungibile. Quando si sta con lui il tempo chronos viene spazzato via da quello che i Greci chiamavano l’aion. Con Guidi non si “passa” il tempo, quello cronologico e sequenziale in una dimensione quantitativa, si “trascorre” il tempo eterno, sede della forza vitale. Dalla dimensione quantitativa si approda a una dimensione qualitativa. Nelle sue “Confessioni” Agostino scrive: “Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so”. Sia chiaro, stare al passo di Guidi è impresa ardua, se non impossibile. Come ogni intellettuale, quelli veri, disorganici, estranei alla “Grande Bellezza”, il senatore di FdI non solo è nel tempo aion ma è anche anni luce distante dalle miserie (dis)umane. Le sue parole non volano nel vento. Nel suo caso anche verba manent. Guidi ci ricorda Lacan. Per lui il significato è un sasso in bocca al significante. Uno scivolamento incessante del significato sotto il significante. Ma Antonio, come ci ha chiesto di chiamarlo nel nostro primo incontro, non è inquadrabile né nel post-strutturalismo né in qualsiasi altro schema, filosofico e non. È pasoliniano, questo sì, con il prezzo che si paga nell’esserlo. Nella società delle greggi social le avanguardie politico-culturali hanno vita difficile. Sono destinate a scomparire. Guidi, il politico, il neuropsichiatra, l’intellettuale, l’uomo non si arrende. Perciò è un marziano. Lotta. Non lo definiamo marxiano per non prestare il destro a chi, anche nel suo partito, in fondo in fondo vorrebbe liberarsene. I quaquaraquà, come direbbe Sciascia, sono affetti da un’irrefrenabile idiosincrasia verso chi si tiene lontano dalla palude della mediocrità. Nel tempo in cui l’essere è schiavo dell’apparenza, quando le maschere pirandelliane coprono la realtà ne consegue un effetto inesorabile: competenza, merito, empatia, umanità sono concetti svuotati di qualsiasi senso. Eppure Antonio continua a risalire la corrente. Guidi viaggia sempre nella corsia dell’anticonformismo. Contromano. Osteggia la massificazione. Quella marmellata spalmata su Facebook, dove lo scemo del villaggio si erge a premio Nobel. E, nonostante le scemenze a pioggia, si apre un dibattito social sui massimi sistemi passando dalle tette della subrettina di turno alla triade hegeliana. Si blatera, non si parla, di tutto e di tutti. I Latini equiparerebbero Fb allo “strerpitus fori”. Molto più efficacemente Umberto Eco lo ha definito lo “sfogatoio degli imbecilli”. Antonio Guidi è un “oggetto non identificato” nello spazio dell’idiozia. A chi giudica galleggiando sul mare della superficialità può dare la sensazione di avere un caratteraccio. Sembra insopportabile. È colpa nostra. Non siamo più abituati a uomini che dicono ciò pensano e pensano ciò che dicono. Non è un luogo comune dire che c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Antonio Guidi è l’eccezionale incarnazione della forza delle idee, della potenza del pensiero, della magnificenza della sensibilità, in una società in cui, per dirla con Carmelo Bene, l’unico sentimento umanoide è l’odio. Abbiamo aperto con lui una serie di video interviste sulle persone e i personaggi, tantissimi, che ha conosciuto e che gli hanno lasciato il segno. Diciotto minuti di tempo aion. Non guardate l’orologio.
Mario De Michele
(continua…)
LA VIDEO INTERVISTA AD ANTONIO GUIDI