Probabilmente è uno scherzo di Carnevale. Non può essere presa sul serio la richiesta, a mezzo ricorso (il centesimo) alla commissione nazionale per il congresso Pd, di escludere Stefano Graziano e Carlo Marino dalla platea degli iscritti di Caserta. Sorge il sospetto fondato che Eugenia Olivia e Pino Moretta, propagazione di Gennaro Oliviero, siano ormai fuor di senno. I servitori politici del presidente del consiglio regionale della Campania sono in balia del frullatore dei personalismi. Neanche a un folle in preda a una violenta crisi di nervi verrebbe l’idea di far fuori un deputato e il sindaco della città capoluogo. La venatura della pazzia prende ancora più forma se si considera che Oliviero e company hanno chiesto in altri centinaia di ricorsi di approvare la platea di 6.800 iscritti. Cani e porci, in senso figurato, devono essere tesserati mentre andrebbero cacciati Graziano, parlamentare della Repubblica, e Marino, primo cittadino di Caserta e coordinatore della campagna elettorale delle ultime politiche. Se è uno scherzo di Carnevale è di cattivo gusto. Sul piano politico è una minchiata. Del resto Oliviero sta alla politica come un piromane sta ai vigili del fuoco. Nell’ultimo anno il timoniere del parlamentino campano ha accumulato errori su errori. Una montagna di scelte sbagliate. Baggianate da ultimo della classe. Ma chi viene bocciato, se possiede un minimo di intelligenza, si rimbocca le maniche e cerca di recuperare l’anno perso. Oliviero invece è diabolico perché persevera: sbaglia, sbaglia, sbaglia all’infinito. Perciò nel Pd è un uomo finito. Gli converrebbe cambiare aria, tanto più prima che poi sarà accompagnato all’uscio del partito. Tra oggi e domani partirà un ricorso al Tar contro i tagli della commissione nazionale. Per fotografare le scelte di Oliviero basta citare una celebre opera: “Psicopatologia della vita quotidiana”. Come si può pensare di recidere i nodi politici spostando il confronto-scontro sulla scrivania della magistratura? E come si fa a non comprendere che un comportamento del genere pone Oliviero inevitabilmente fuori dal partito? Lo capirebbe anche un infante. Peggio per lui. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Qui, a Caserta, siamo molto oltre il “mal e il pianto”.

Gennaro Oliviero, Stefano Graziano e Carlo Marino

Nel ricorso a firma Olivia e Moretta (leggono quello che sottoscrivono?), tra le altre cose, si legge: “Risulta che vi siano eletti che hanno pagato meno di quanto avrebbero dovuto (come ad esempio l’On. Graziano ed il Sindaco Marino) che, pertanto, non possono essere iscritti al PD come chiaramente indica l’art. 14 del Regolamento del Tesseramento”. Premessa: nemmeno un amente escogiterebbe un sistema di tal guisa per sbarazzarsi di un deputato e di un sindaco di primissimo piano. Ma andiamo nel merito, scendendo nel baratro dell’analfabetismo politico: Graziano è iscritto al Pd già dall’aprile del 2022, quindi prima dell’elezione a deputato. Ha versato una somma congrua per tesserarsi. Prima figuraccia. Passiamo a Marino. Pur dando per vero che il primo cittadino abbia pagato meno del dovuto per iscriversi, una richiesta sensata sarebbe quella di chiedere un’integrazione per mettersi in regola. Mica per pochi spiccioli si può escludere un big del Pd casertano ? Francesco Boccia, commissario uscente dei dem campani, ha detto e ribadito che l’80% dei rappresentanti istituzionali è totalmente o parzialmente moroso. Un problema posto in termini politici, non contabili. Il senatore infatti ha preteso, in prima istanza, che si mettessero in regola con i pagamenti, in caso di persistente inadempienza dovrebbe scattare l’esclusione dall’anagrafe degli iscritti. Boccia è un politico. Oliviero un contabile. Due pianeti che orbitano in costellazioni opposte. Il numero due della mozione Schlein brilla. Il numero 100 della mozione Bonaccini è un astro in caduta libera. Un asteroide vagante che si sta schiantando sul mondo dem. Big bang. Il Grande Scoppio spazzerà via il “notaio” del parlamentino campano e i suoi accoliti. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Oliviero non legge Dante. Passa tutto il tempo a contare le tessere.

Mario De Michele

IL RICORSO DEGLI OLIVIERIANI



LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui