Dalla Valle di Susa a Palermo, passando da Arcore, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Cosenza, e perfino a Trento: la protesta No Tav ha percorso l’Italia da nord a sud nel giorno in cui nel cantiere di Chiomonte i proprietari dei terreni dell’ultimo allargamento dell’area sono stati convocati dalla Ltf (Lyon Turin Ferroviaire) per la determinazione degli indennizzi legati alla ”’occupazione temporanea” delle loro proprieta’. In Val Susa sono tornati i blocchi stradali: occupata – dalle 10 di stamani – l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, tra Bussoleno e Chianocco; interrotta, a singhiozzo, anche la statale 24.
Un’anziana attivista – Marisa Mayer, di 67 anni – si e’ incatenata alle reti, dentro il cantiere, per protesta contro la ”occupazione” del suo terreno. La tensione resta; l’opera prosegue. Rimarca il governatore del Piemonte, Roberto Cota: ”Andiamo avanti con determinazione, passo dopo passo, a testa alta”. E il viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia aggiunge: ”Confermo che per noi e’ un’opera prioritaria. Favorisce lo sviluppo e la crescita e il Paese non vi puo’ rinunciare”. Per Mario Virano, presidente dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, la protesta ”e’ stata fisiologica, gestibile e pacifica. E – aggiunge – mi sembra importante che non sia degenerata”. Ma Agostino Ghiglia, vicecoordinatore regionale del Pdl chiede che il blocco sulla A32 venga tolto al piu’ presto. Invece, il movimento No Tav ha deciso, nell’assemblea tenuta nel tardo pomeriggio, che il blocco continuera’. E, probabilmente, ce ne saranno altri, a sorpresa, e non solo in Piemonte. ”Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare – ha detto Alberto Perino, uno dei leader storici No Tav – quella di oggi e’ stata una farsa, hanno messo una toppa alle tante cose illegali che sono state compiute”. Oggi, attorno al cantiere, dove fra qualche mese partiranno gli scavi del tunnel esplorativo, c’e’ stata tensione, ma contenuta. Una ventina degli oltre cinquanta proprietari dei terreni (alcuni appezzamenti sono di pochissimi metri quadrati, acquistati dai No Tav proprio per tentare di rallentare il cantiere) si sono presentati, con avvocati e geometri. Qualche centinaio di No Tav si e’ avvicinato alle recinzioni e tra i manifestanti c’e’ stato chi ha tentato di recidere le reti. Un piccolo varco e’ stato aperto vicino alla baita che e’ stata a lungo presidio No Tav, in Valle Clarea, e tre attiviste sono riuscite ad entrare nell’area che dal primo gennaio scorso e’ sito di interesse strategico nazionale, quindi protetto da norme particolarmente severe. Sono state fermate, identificate e rilasciate. Sono state segnalate all’autorita’ giudiziaria. C’e’ stata tensione anche nei confronti di alcuni giornalisti: una collaboratrice del quotidiano CronacaQui e’ stata circondata e allontanata da un gruppo di manifestanti No Tav. Altri sono stati bersagliati di insulti e intimidazioni. Da domani nel cantiere di Chiomonte si potra’ lavorare in tutti i 7 ettari in vista dell’inizio dello scavo del tunnel esplorativo. L’inizio e’ previsto entro l’estate, i lavori per scavare una galleria lunga 7 km dureranno circa quattro anni.