Candidati tutto sommato di qualità. Non manca qualche eccellenza. L’anello debole il sindaco in pectore. La presentazione delle liste della grande e unica coalizione in piazza Virgilio a Casapozzano ha certificato l’impalpabilità di Antonino Santillo. Un futuro primo cittadino spaesato, impacciato, inadeguato. Vederlo lì in combutta con Gianfranco Piccirillo la dice lunga sul destino (segnato) di un sindaco che si avvia a proiettare l’ennesimo fallimento amministrativo. L’errore di valutazione dei sei raggruppamenti che lo sostengono sarà pagato a caro prezzo. Nessun potrà dire: “Non lo sapevamo”. Tutti sanno. Tutti sono complici. E tutti saranno colpevoli di un film già visto. Santillo non appassiona. Non è un condottiero. Ha il carisma di uno scoiattolo impaurito. Con un timoniere così il barcone della maggioranza andrà a sbattere. Affondamento. Tutti morti. Ancor una volta la rinascita di Orta di Atella resterà un miraggio lontano. Da come si sta muovendo in campagna elettorale Santillo dimostra di non essere in grado neppure ad amministrare un condominio bifamiliare. Anzi. Unifamiliare. Quello di Piccirillo. Indirizzo di residenza politico-affaristica a Succivo. La fine è nota. La città ortese colonia dei soliti gruppi di potere. Nessuno ne parla. Tutti responsabili. Saranno lacrime di “Coccodrillo” quelle versate da chi cercherà di tirarsi fuori dalla mischia dopo aver avallato il pastrocchio. Santillo fa già rimpiangere candidati sindaco come Giggino Ziello e Nicholas Lavino. Non il massimo ma sicuramente meglio. Si è voluto fare il gioco di Piccirillo. Bene, chi per questi mari va, questi pesci piglia. Ciò che fa cadere le braccia è l’inconsistenza di un futuro sindaco incapace di capitanare una squadra che, in un ragionamento collegiale, ha comunque bisogno di un leader. Di uno che ha una “visione” della città. Di uno che ha una piattaforma programmatica seria. Di uno che mastica di politica. Santillo è un gregario. Non ha la stoffa del “capo”. Farfuglia. Incespica. Claudica. Sguardo da salmone. L’opposto di quello che serve a Orta di Atella. Nel corso del comizio a Casapozzano non ha proferito una parola chiara sulla risoluzione delle principali problematiche della città. Sbadigli. Risatine di scherno. Sibilati commenti caustici: “E’ gghiuta a pazziella ‘mmane e’ criature”.

Antonino Santillo e Gianfranco Piccirllo

Agli ortesi non servono Santilli e Piccirilli. Servono uomini di spessore. Si è voluto puntare su un finto giovanilismo. La realtà fotografa l’eterno ritorno del vecchiume come sempre mascherato da un insopportabile e ridicolo nuovismo. Di nuovo non c’è un bel niente. Mai come stavolta, senza la partecipazione alle elezioni di altre forze civico-politiche, si doveva cogliere l’occasione di pescare il candidato sindaco dalla “crème de la crème”. Si è attinto ai soliti nomi. Che farsa. Succivo forever. Orta di Atella a bordo campo di Mister(i) antichi ma sempre in gioco. Santillo si è iscritto al campionato della subalternità. Al comizio non c’era un cittadino che sia uno. Solo candidati, parenti e promotori delle liste. Nessuno dei giocatori di carte in piazza ha lasciato la mano per ascoltare lo scialbo intervento di Santillo. Anzi, più di uno ha detto: “Ma questo quando la finisce, mi fa dimenticare quali carte sono già uscite”. Liscio a Coppe. Liscio a Spade. Liscio a Bastoni. Liscio a Denari. Ops! A denari ci sono i “carichi”. Uno, due e tre. Briscola. Per Succivo e sodali. Buongiorno notte.

Velvet Underground

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