Mai così distanti sulla legge elettorale. Così, uno degli ‘sherpa’ delle riforme della maggioranza descrive i partiti al termine dell’ennesima riunione convocata nella sede di ‘Italiadecide’ di Luciano Violante. Molti esponenti del centrosinistra, infatti, non avrebbero gradito quella che il 3 aprile scorso venne definita “un punto di caduta” tra le forze che sostengono il governo Monti e cioé la ripartizione dei seggi, assegnati con i resti, in circoscrizioni anziché nel collegio unico nazionale.

L’ipotesi, che avrebbe tranquillizzato gli ex An ‘capitanati’ da Ignazio La Russa (che da allora prende parte ai ‘caminetti’ sulle riforme coordinati da Violante accompagnando il vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello incaricato dal partito di condurre la trattativa) avrebbe fatto andare però su tutte le furie i centristi che vorrebbero tornare all’idea del collegio unico nazionale per avere un sistema più in senso ‘proporzionale’. Con la modifica del 3 aprile, taglia corto un tecnico ‘di rango’, “non si fa altro che scimmiottare il modello spagnolo e a noi non va bene”. In più, ci sarebbero i supporter del maggioritario all’interno del Pd già sul piede di guerra. La Russa, che dice di essere pronto ad incontrare i ‘malpancisti’ del suo partito, per spiegargli che “non si può tornare ad un sistema da prima Repubblica”, avverte che si sta ragionando su un premio di maggioranza tra il 5 e il 7%, pari a circa 36 seggi su 500 deputati. In questa situazione, spiegano nella maggioranza, non sarebbe rimasto altro che confermare per la terza volta “il sì unanime” alla bozza delle riforme costituzionali. Un primo via libera si annunciò il 4 marzo, un altro il 28 e ora questa mattina. “Io non minimizzerei troppo la portata dell’evento – dichiara Ferdinando Adornato commentando la riunione – perché oggi abbiamo ufficializzato la bozza, l’abbiamo consegnata ai gruppi e da ora potrà cominciare il suo iter parlamentare”. Intanto però sulla legge elettorale si prende tempo. E’ vero che i tecnici sono pronti ad incontrarsi di nuovo già la prossima settimana. Ma sono molti quelli pronti a ribadire che prima delle amministrative su questo fronte non accadrà nulla. Nel testo delle riforme, intanto, praticamente lo stesso di quello annunciato dall’Ansa il 28 marzo scorso, si introduce la ‘sfiducia costruttiva’; si delinea un iter privilegiato per i provvedimenti del governo; si riduce il numero dei parlamentari e si prevede una sorta di ‘bicameralismo eventuale’. I disegni di legge riguardanti prevalentemente le materie di legislazione esclusiva dello Stato sono assegnati alla Camera, mentre andranno al Senato quelli di competenza concorrente tra Stato e Regione.

 

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