I soldi provenienti dai finanziamenti per l’editoria, ottenuti grazie a documenti taroccati, che vengono utilizzati per finanziare le proprie attività politiche e imprenditoriali. Capitali in parte trasferiti all’estero, da Panama al Brasile fino al Kazakistan. Sono le accuse contestate al direttore dell’Avanti Valter Lavitola e al senatore Sergio De Gregorio, destinatari di una ordinanza di custodia notificata al primo all’aeroporto di Fiumicino, dove era appena sbarcato per costituirsi, mentre per l’esponente del Pdl dovrà essere il Senato a pronunciarsi sulla richiesta di arresto.

Associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati (false fatture, riciclaggio, corruzione, bancarotta, appropriazione indebita, truffa, trasferimento fraudolento di denaro) rappresenta il principale capo di imputazione ipotizzato nel provvedimento messo dal gip di Napoli Dario Gallo su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Greco e dei pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Le carte dell’inchiesta raccontano di somme erogate alla International Press – la società editrice del quotidiano – sulla base di documenti attestanti spese in realtà mai sostenute (come quelle relative ai dati sulla diffusione e all’attività di strillonaggio), che prendevano altre strade, in gran parte verso paesi del Sudamerica. L’attenzione degli inquirenti è concentrata sulla destinazione reale e sull’uso di oltre 23 milioni di euro, la quantità di denaro complessiva versata al giornale a cominciare dal 1997 e fino al 2009. Lavitola viene indicato “quale dominus e coamministratore di fatto della International Press”, mentre De Gregorio è ritenuto “socio effettivo dal 1997 e coamministratore occulto” della stessa società. Una vicenda che coinvolge altri indagati, tra i quali, Vincenzo Ghionni, consulente editoriale, Roberto Cristiano, indicato come prestanome di De Gregorio, e Patrizia Gazzulli, segretaria particolare del senatore, e Antonio Bifano, consulente fiscale di Lavitola (per Ghionni è stata disposta la custodia in carcere, per gli altri i domiciliari). Centrale viene giudicato il ruolo di Ghionni: avrebbe infatti avuto il compito di collazionare le pratiche da presentare al ministero per l’ottenimento del contributo. A riferire agli inquirenti molti particolari decisivi per gli sviluppi dell’inchiesta è stato il commercialista Andrea Vetromile, per anni stretto collaboratore di De Gregorio: “In pratica io, per la mia parte – ha dichiarato ai pm – consegnavo la documentazione inerente la rendicontazione del costo dei dipendenti fittizi della International Press, mentre per la documentazione inerente la fatturazione dei costi inesistenti e/o maggiorati fatturati dal gruppo De Gregorio prima e dalla società SSP poi arrivavano da Napoli via Terracina (sede del gruppo De Gregorio) e da Roma (sede dell’Avanti). La documentazione veniva consegnata presso lo studio di Ghionni”. Lo stesso Vetromile ha spiegato ai pm che Lavitola e De Gregorio erano “soci di fatto” per la gestione dei contributi per l’editoria. E entrambi avrebbero costituito fondi neri per trasferire capitali all’estero. Il primo in Brasile, Uruguay, Panama; mentre il senatore del Pdl in Kurdistan, Kazakistan, Panama ed Emirati Arabi dove “aveva una conoscenza diretta con Al Kassimi”. Il senatore “in molte circostanze, utilizzando i suoi privilegi di parlamentare ha trasferito all’estero ingenti capitali provenienti da fondi neri la cui provvista era costituita sia dal contributo statale per l’editoria che da quei soggetti che avevano acquistato quote delle società del cosiddetto gruppo De Gregorio (società televisive) e della Fondazione Italiani nel Mondo”.

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