La dicotomia è solare: da un lato il neo commissario Eugenio Marino e la stragrande maggioranza del circolo Pd di Aversa, dall’altro i seguaci di Gennaro Oliviero, capeggiati dai consiglieri comunali ribelli Paolo Santulli, Eugenia D’Angelo e Maurizio Danzi. Il motivo del contendere è noto e consolidato ormai da anni: l’appoggio al sindaco Alfonso Golia e all’amministrazione di centrosinistra. Gli epigoni del presidente del consiglio regionale della Campania hanno sempre remato contro fino a collocarsi all’opposizione del primo cittadino dem. Da qui il tentativo di Marino di ricomporre la frattura e riportare il circolo normanno sui binari dell’unità. Il commissario ha indetto una riunione con l’obiettivo “di fare, già a pochi giorni dalla nomina, una prima analisi della situazione politica e organizzativa del Partito e di valutare le motivazioni della conflittualità interna che ha condotto al commissariamento del locale circolo e che mina il percorso dell’amministrazione comunale a maggioranza e guida Pd”. Convocati il sindaco, i consiglieri comunali, l’ex segretario del circolo, gli eletti alle assemblee provinciale e regionale (anche se attualmente congelate per via del commissariamento) e il parlamentare del collegio Stefano Graziano. Ma all’incontro non hanno preso parte Santulli, D’Angelo e Danzi. Assenza giustificata da “motivi personali”. la defezione dei tre ha però il chiaro sapore di un netto rifiuto a confrontarsi con Golia e company. ma il commissario non si dà ancora per vinto. Marino “non ritiene conclusa la lunga riunione fino a quando non sentirà anche le opinioni dei tre consiglieri che non hanno partecipato”. Il neo timoniere del circolo di Aversa ha chiesto a tutti di “chiarire in che termini si intende stare nel Pd e la disponibilità a tenere un atteggiamento e un dialogo costruttivo sul futuro del partito e della città”. Per il commissario Marino la traiettoria dei dem normanni è politicamente ben delineata: “Ritrovare le ragioni dello stare insieme nel partito, in consiglio comunale e nella giunta nella quale il Pd si riconosce”. Una posizione inequivocabile. È impensabile stare nel Pd e nel contempo contrapporsi all’amministrazione guidata da un sindaco dem. Uno schiaffo in pieno volto a Oliviero e ai suoi boys. Mentre Marino cerca una mediazione per approdare sulla riva della coesione interna Santulli, D’Angelo e Danzi tramano per mandare a casa Golia a sette mesi dal voto alle comunali. I tre dissidenti hanno intensificato gli incontri con il presidente del consiglio Roberto Romano. Obiettivo: mettere in minoranza il sindaco sul bilancio con l’ausilio dell’opposizione. Una posizione distante anni luce da quella del commissario dem. Marino proverà fino alla fine a riannodare i fili. Ma l’impresa appare impossibile. Gli olivieriani non vogliono nemmeno sentir parlare di riappacificazione. Da anni hanno dichiarato guerra a Golia e alla maggioranza. E continueranno a combattere contro l’amministrazione di centrosinistra oggi e in futuro.

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