“Sono felice di essere qui. Ho pensato che fosse molto importante venire qui di persona per portare la solidarietà del governo italiano e del popolo italiano, e per dirti che dalle immagini che abbiamo visto per noi è incredibile quello che è successo due settimane fa. Mostrano qualcosa più di una semplice guerra, mostrano la volontà di cancellare gli ebrei da questa regione ed è un atto di antisemitismo. E dobbiamo combatterlo, oggi come ieri”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo l’incontro a Tel Aviv. “Noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, a difendere la sicurezza dei propri cittadini. Comprendiamo assolutamente che è un atto di terrorismo che deve essere combattuto. Pensiamo e crediamo che voi siate in grado di farlo nel migliori dei modi, perché noi siamo diversi da quei terroristi”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo l’incontro a Tel Aviv. “Dobbiamo sconfiggere questa barbarie: è una battaglia tra le forze di civiltà e barbari mostri che hanno ucciso, mutilati, violentato, decapitato, bruciato persone innocenti. Questo è un test, un test di civiltà. E lo vinceremo”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu a Giorgia Meloni nel loro incontro a Tel Aviv, ringraziandola per essere “venuta in questi tempi bui”. “Ci aspettiamo che tutti i Paesi che hanno combattuto l’Isis, combattano Hamas”, ha concluso. “A seguito della partecipazione al Vertice per la Pace del Cairo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recato in Israele per portare un messaggio di solidarietà e vicinanza dell’Italia dopo il tragico attentato terroristico di Hamas contro civili inermi lo scorso 7 ottobre”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Il colloquio con il Primo Ministro, Benjamin Netanyahu, è stato un’occasione per avere un aggiornamento sulla situazione e fare il punto alla luce della Conferenza del Cairo – viene spiegato -. Il Presidente del Consiglio, nel ribadire il pieno diritto di Israele a difendersi secondo il diritto internazionale e a vivere in pace, ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso umanitario a Gaza e una prospettiva di pace per la regione”. “L’impressione che ho, per le modalità con cui si è svolto l’attacco”, è che l’obiettivo di Hamas “fosse costringere Israele a una reazione contro Gaza che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente, compromettendo la pace per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo. “Il bersaglio – ha aggiunto – siamo tutti noi, e cadere in questa trappola sarebbe molto, molto stupido”. Per Meloni “il terribile attacco di Hamas si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti che lascia allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”. “È interesse di tutti leader a questo tavolo – ha proseguito – che quello che sta accadendo a Gaza non si trasformi in conflitto più ampio, in una guerra di religione, di civiltà, rendendo vani gli sforzi di questi anni per normalizzare i rapporti”. “Siamo molto preoccupati per la sorte degli ostaggi, ci sono anche degli italiani, chiediamo l’immediato rilascio degli ostaggi”. Un bilaterale fra la premier Giorgia Meloni e il presidente palestinese Abu Mazen si è tenuto a margine del summit sulla pace al Cairo. Al termine, la premier ha incontrato la stampa e sottolineato che serve “soprattutto un lavoro di dialogo fra i Paesi occidentali e i Paesi arabi”. “Difendiamo il diritto di Israele a esistere e a difendersi, in quelle immagini” degli attentati di Hamas “c’era un antisemitismo che viene molto prima della questione israelo-palestinese. Bisogna dare una tempistica chiara – ha proseguito – altrimenti si rischia una soluzione temporanea, se non si trova una soluzione strutturale diventa un problema ciclico. I leadar devono esserci in questi momenti. Già l’apertura del valico di Rafah è un risultato concreto. Piccoli passi a piccoli passi”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, accolta dall’ambasciatore d’Italia in Israele, Sergio Barbanti. “Dobbiamo fare l’impossibile per evitare una escalation della crisi, per evitare di perdere il controllo di questa crisi, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per farlo è un’iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita”, ha concluso la presidente del Consiglio ribadendo che “di fronte ad azioni”, come quelle di Hamas, “uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il proprio diritto alla difesa, all’esistenza, alla sicurezza dei propri cittadini e confini. Ma la reazione di uno stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta”. “Ci troviamo davanti a una crisi senza precedenti che richiede attenzione totale. Per questo vi ho chiamati a lavorare insieme su una nuova road map che metta fine alla crisi umanitaria”. Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi rivolgendosi ai leader nell’apertura dei lavori del vertice internazionale per la pace, al Cairo. Al-Sisi ha sottolineato la necessità di “stabilire negoziati che aprano la via a una soluzione a due Stati”. “Condanniamo con assoluta fermezza il prendere di mira, l’uccisione o l’intimidazione di tutti i civili”, ha aggiunto – Rinnoviamo il nostro rifiuto allo spostamento forzato dei palestinesi. Chi pensa che il popolo palestinese voglia lasciare la propria terra si sta sbagliando”. Per il presidente egiziano “bisogna prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, ripartire il processo di pace. Serve il ritorno al tavolo di negoziazione per un cessate il fuoco e l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale”. “Gli egiziani, uno per uno, sono contro l’idea di liquidare la causa palestinese, questo non succederà mai a spese dell’Egitto – ha aggiunto – Questa regione destinata a vivere in conflitto in eternità? Non è questo il tempo di trovare una soluzione?”. Il presidente palestinese Abu Mazen ha ribadito: “Non lasceremo mai la nostra terra” ed ha sottolineato “Vogliamo affermare che siamo contro, e denunciamo, l’uccisione di civili da entrambe le parti e invochiamo il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti”. “I palestinesi – ha aggiunto – affrontano l’aggressione e l’ostilità dell’esercito di Israele, che viola i principi della legge internazionale, mirando a ospedali, scuole, centri di rifugio per i civili, case. Denunciamo il pericolo di fare evacuare civili dalle case, dalla West Bank e da Gerusalemme, non l’accetteremo mai. Dal primo giorno abbiamo chiesto che sia fermata questa barbara aggressione e che ci sia l’apertura di corridori umanitari per consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, ma il governo di Israele non lo ha consentito”. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha riferito che al valido di Rafah “ho constatato una catastrofe umanitaria. Al di là del confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all’Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello ad una tregua umanitaria”. Ha quindi sottolineato che “i diritti dei palestinesi sono legittimi” e che serve “una soluzione a due Stati”. “È ora di porre fine a questo incubo che minaccia i bambini”, ha aggiunto Guterres. “La popolazione della Striscia di Gaza deve fare di più per fornire aiuti umanitari. È necessario applicare il diritto internazionale ed evitare attacchi contro i civili, scuole e ospedali”. La formula dei due stati è stata sostenuta anche dal re di Giordania Abdallah II: “Quello che sta facendo Israele a Gaza sono crimini di guerra, e l’unica soluzione è riconoscere alla Palestina la sua terra. Attaccare chiese, uccidere i civili a Gaza e in Cisgiordania, è una punizione collettiva, un crimine di guerra. Come pure l’assedio che impone la fame ai civili e li priva dei generi di prima necessità, come il trasferimento, interno od esterno, dei palestinesi. Inoltre, dà l’idea che l’applicazione delle leggi internazionali sia opzionale. Infine, si intravede il pericolo di una guerra confessionale. L’unica soluzione è riconoscere alla Palestina un proprio territorio secondo le leggi internazionali”, ha concluso Abdallah II. Al summit del Cairo partecipa anche la premier italiana Giorgia Meloni, giunta in Egitto questa mattina e accolta in aeroporto dall’ambasciatore d’Italia in Egitto, Michele Quaroni, e dal ministro del Commercio egiziano, Hazem al-Beblawi.

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