“Senza lavoro non si può vivere”. Sono accomunate in queste poche parole scritte su un biglietto ritrovato vicino ai loro corpi le ultime ore dell’esistenza di Generoso Armenante, 48 anni, e Angelo Coppola, 62 anni, ambedue disoccupati, ambedue suicidi oggi a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro nel Salernitano. Vite parallele di lavoratori che non vedevano più un futuro per sé e le proprie famiglie e hanno deciso di farla finita nella maniera più tragica. “Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere” ha scritto Generoso Armenante, che si é suicidato impiccandosi questo pomeriggio a Salerno. Armenante, addetto alla guardiania di un cash&carry della zona industriale del capoluogo, da circa un anno e mezzo, dopo che la ditta da cui dipendeva aveva cambiato proprietà, era senza lavoro.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ordine di sfratto dall’alloggio, all’interno della struttura commerciale, che occupava assieme alla famiglia. A fine giugno avrebbe dovuto lasciare quella casa dove da circa un mese e mezzo, racconta la sorella, Tina Armenante, “viveva senza luce”. Non era riuscito a pagare la bolletta e così gli avevano staccato tutto. “Mio fratello era un uomo di grande dignità e non aveva mai voluto essere aiutato da noi – racconta tra le lacrime la sorella -. In passato ha aiutato noi tutti, per noi era un punto di riferimento”. Una speranza, costante, Generoso l’aveva: “Di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato. Ci ha creduto fino all’ultimo. Poi oggi…la fine”. A ritrovare il cadavere è stata la figlia di 19 anni con la quale l’uomo, assieme alla moglie, aveva pranzato. Nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato l’ultimo pranzo di Generoso Armenante con la sua famiglia. Alzatosi da tavola, il 48enne è uscito dall’abitazione, lasciando il telefonino a casa. La figlia non vedendolo rientrare ha deciso di cercarlo. Lo ha fatto prima nel piazzale del deposito, poi si è incamminata nel capannone e dietro un telo di cellophane ha rinvenuto il corpo senza vita del genitore. La giovane ha lanciato l’allarme, ma per il padre non c’era già più nulla da fare. Sul posto sono giunti gli agenti della sezione Volanti della questura di Salerno assieme ai colleghi della scientifica per i rilievi del caso. Il magistrato di turno, dopo l’esame esterno del cadavere effettuato dal medico legale, ha deciso di restituire la salma alla famiglia. Generoso Armenante, originario di Vietri sul Mare (Salerno), lascia anche un altro figlio di 14 anni. Aveva 62 anni invece Angelo Coppola, operaio edile, dal Natale scorso senza lavoro: lui l’ha fatta finita con una fucilata al petto nella sua abitazione di San Valentino Torio (Salerno) dove viveva con la moglie e i figli. Accanto al corpo dell’uomo è stato rinvenuto un biglietto su cui c’era scritto: ‘Senza lavoro non si puo’ viveré. Quando il disoccupato ha deciso di porre fine alla sua esistenza, nell’abitazione era da solo. Il suo cadavere è stato rinvenuto dai familiari nella tarda mattinata quando sono rincasati. L’uomo era disoccupato dal dicembre scorso quando la ditta per la quale lavorava, non avendo più commesse, era stata costretta a licenziarlo. L’operaio – è stato accertato inoltre – era assillato da numerosi problemi economici, tra questi anche il prossimo matrimonio del primo figlio.

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