“Celebreremo a fine settimana il 2 giugno perché la Repubblica, nell’anniversario della sua nascita, deve dare il segno della sua unità, della sua vitalità, della sua forza, della serenità e della fiducia con cui sta affrontando e affronterà le sfide che ha davanti a sé, tra le quali ora anche la sfida della nuova emergenza insorta con il sisma che ha colpito l’Emilia e altri luoghi”.
No caro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a differenza di tutte quelle volte in cui le sue scelte sono andate nella giusta direzione, la sua decisione odierna non fa che confermare come gli inquilini dei palazzi romani siano totalmente lontani dai bisogni e dalla richieste del paese. Lei quest’anno ha imposto sobrietà alla parata del 2 giugno che costerà meno di 3 milioni di euro. Ma in un paese già vessato dalla crisi, dove decine di disoccupati e imprenditori hanno deciso di farla finita pur di non subite ulteriori umiliazioni non sarebbe stato meglio ascoltare quelle richieste che in meno di dodici ore hanno mobilitato migliaia di persone?
Certo tre milioni di euro non basterebbero a risollevare le sorti delle popolazioni colpite dal sisma, ma sarebbe stato un segnale. Invece da buoni italiani saremo costretti a ingoiare l’ennesimo aumento delle accise sui carburanti. La storia del nostro paese ha dimostrato che sospendere la parata del 2 giugno (maledetto l’anno in cui è stata reintrodotta) in occasioni di gravi catastrofi rappresenta una scelta opportuna e sensata. O penserà per caso che oggi si è più italiani rispetto a quel 1976 che vide il ministro della difesa Forlani sospendere la parata militare in concomitanza con il terremoto del Friuli?
Oggi non ha avuto il coraggio di ascoltare quel popolo che in più occasioni l’ha sostenuta e che in poche ore ha già raccolto 45mila adesioni on line. Ma ha ancora qualche giorno di tempo per ricredersi. I militari pronti a sfilare li mandi in Emilia e destini alle popolazioni in emergenza. Le suggerirei di destinare all’Emilia Romagna anche i fondi della Tav e degli inutili cacciabombardieri, ma credo che sarebbe inutile.
Angelo Golia
