POMIGLIANO D’ARCO – La Fiat è stata costretta a pagare 52mila euro ad un lavoratore di Pomigliano d’Arco, iscritto allo Slai Cobas, licenziato nel 2006, reintegrato sul posto di lavoro nell’ottobre 2011 e da allora in cassa integrazione come gli altri operai dello stabilimento. Ne dà notizia un comunicato di Slai Cobas.
Il lavoratore, Rosario Monda, aveva fatto ricorso al pignoramento della somma dovuta su un conto corrente intestato alla Fiat, ed il giudice, nei giorni scorsi, ha disposto il pagamento della stessa all’operaio, che dopo quasi sei anni riceve parte del pagamento dovuto dall’azienda. Contro Fiat sono stati attuati , da parte dei legali dello Slai Cobas di Pomigliano, altri pignoramenti, uno dei quali, a favore di Francesco Manna, di altri 77mila euro (comprensivi delle spese). L’operaio era stato licenziato e reintegrato insieme con Rosario Monda. Un altro operaio, Pasquale Russo, sempre iscritto al sindacato di base, ha chiesto ed ottenuto il pignoramento di altri 250mila euro su un conto corrente del Lingotto. Il lavoratore, che è anche tra i quattro che hanno fatto ricorso contro Fiat per essere assunti nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, causa che ha preso il 28 maggio a Torino, fu licenziato nel 2004, e la Corte d’Appello di Napoli ne dispose il reintegro al posto di lavoro nel 2010. “Questi lavoratori nonostante sentenze favorevoli – commenta Vittorio Granillo, dell’esecutivo nazionale Slai Cobas – non avevano ricevuto gli stipendi dovuti. Forse per la prima volta nella storia della Fiat, il Lingotto è stato costretto, suo malgrado, a pagare i lavoratori tramite un pignoramento sui conti correnti, in quanto l’assegnazione della somma è stata disposta da un giudice”.