CASERTA – A Bellona si è tenuta la manifestazione per la legalità dal titolo “Per fermare la mafia cosa fare? Basta la cultura?”. A dare il via ai lavori il presidente dell’associazione Dea Sport onlus, Franco Falco, che ha fortemente denunciato la ribellione a quanto accaduto alla scuola di Brindisi: “Un gesto vile, di crudeltà inaudita. Ma i giovani, ancora una volta, hanno dimostrato di saper reagire e, senza farsi impaurire, lunedì mattina, sono ritornati a scuola.

In questa sala, il 26 ottobre 2006, don Luigi Merola, invitò i giovani a studiare perché aveva capito che solo con la cultura si combattono le devianze e lui è costretto ad essere scortato perché toglie i ragazzi dalla strada e li accompagna a scuola. La conoscenza è un pericolo per i malavitosi”. Durante la manifestazione ci sono stati momenti di vera e propria denuncia sociale, quella dell’icona dell’antiracket nazionale, Silvana Fucito, del presidente regionale dell’Unicef Margherita Dini Ciacci Gallo e del giornalista anticamorra Carlo Pascarella, responsabile della cronaca per il sito campanianotizie.com. Fucito ha raccontato la sua storia di commerciante minacciata e “tartassata” dalle cosche di Napoli. “E’ dal 2002 che in realtà io sono ri-nata, quell’anno ebbi la forza di ribellarmi ai boss che tentarono di distruggere le mie attività e la mia stessa vita. Feci arrestare tutti, più di quindici persone. Ed è l’invito che faccio ai miei colleghi e tutti i cittadini: ribellatevi al racket perché lo Stato c’è”. Il giornalista Carlo Pascarella, premiato oltre che dalla Dea anche dall’Istituto Paritario Pegaso di Santa Maria Capua Vetere per il suo impegno per la legalità, ha commentato la “storica” telefonata di minacce (registrata dalla Dda di Napoli e dalla Squadra mobile di Caserta), trasmessa durante la manifestazione, ricevuta all’inizio della sua carriera dagli allora numeri uno della camorra casalese Antonio Iovine e Michele Zagaria, quando erano latitanti. “E’ una telefonata – ha detto Pascarella – diventata l’esempio delle pressioni esercitate dalla camorra nei confronti dei giornalisti scomodi, quelli che come me hanno scelto di seguire la strada dell’informazione d’inchiesta. Non smetterò mai di denunciare la camorra attraverso la stampa, come diceva il giudice Falcone ‘il vigliacco muore più volte al giorno, il coraggioso una volta sola”. Ma il clou si è raggiunto quando la presidente dell’Unicef ha rivelato in pubblico una storia inquietante e la sua ribellione alla camorra: “Anche io sono stata avvicinata da un boss della camorra – ha dichiarato alla platea – voleva che le nostre iniziative si piegassero al volere della malavita organizzata. Lo allontanai, con coraggio e decisione. Così si può perseguire la strada della legalità”. Il presidente del Consiglio provinciale, ex sindaco di Bellona, Giancarlo Della Cioppa, si è soffermato sulla festa della Polizia di Stato tenutasi di mattina: “Voglio far presente che quest’anno i funzionari della polizia non hanno ricevuto promozioni, nessun vicequestore aggiunto è diventato primo dirigente; eppure è stato l’anno degli arresti dei superlatitanti Zagaria e Iovine”. Importante anche il discorso di Crescenzo Iannarella, comandante la stazione carabinieri di Vitulazio: “Carabinieri, famiglia, scuola, tutti dobbiamo remare nella stessa direzione e collaborare se vogliamo fermare il malaffare. Anche indossare la cintura ed evitare così una multa – ha detto Iannarella – sarebbe un segnale importante. E’ da queste piccole cose che si coltiva la cultura della legalità”.

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