CASERTA – Il suo è l’ennesimo atto di coraggio ma soprattutto un accorato appello ai suoi colleghi alla luce di quanto sta accadendo a Caserta e nell’hinterland. “Lo Stato c’è, commercianti ribellatevi al racket, abbandonate la paura e denunciate i camorristi”.
Silvana Fucito, 62 anni, presidente dell’Associazione anticamorra “San Giovanni a Teduccio per le legalità” e membro dell’Associazione nazionale antiracket in un ‘intervista esclusiva rivela di aver appena appreso, nel corso di riunione alla quale hanno partecipato commercianti ed imprenditori del Casertano e del Napoletano nonché esponenti della magistratura e delle forze dell’ordine, che i casi di estorsione a Caserta sono in aumento, ma sono invece in calo le denunce. Le vittime del “pizzo” in Terra di Lavoro, in controtendenza rispetto a Napoli, continuano a non denunciare la camorra. Per omertà, ma soprattutto per timore di ritorsioni. Silvana Fucito, commerciante di vernici, per essersi opposta al racket, subì ritorsioni pesantissime. il suo negozio venne dato alle fiamme il 19 settembre 2002. Trovò la forza di denunciare i suoi oppressori facendoli arrestare tutti e diventando un simbolo nella lotta contro il pizzo in Campania e in tutta Italia.
Signora Fucito, lei sostiene che i suoi colleghi casertani dovrebbero avere la forza di ribellarsi al racket, pensa che ci sia poi la giusta attenzione e protezione nei loro confronti?
“Ribadisco, lo Stato ha dimostrato di esserci anche in zone calde come quella di Caserta, i miei colleghi devono avere la forza di parlare. Sappiano che non sono più soli, oltre alle forze dell’ordine e alla magistratura, sta crescendo l’associazionismo antiracket e quindi la presenza delle istituzioni è forte, lo Stato adesso è in grado di proteggere chi denuncia i mafiosi”
Qualche giorno fa ha incontrato imprenditori e forze dell’ordine, com’è la situazione a Caserta?
“Rispetto a Napoli, la camorra casertana sta rispondendo all’offensiva dello Stato, ci risulta che i casi di estorsioni e tentativi di estorsioni, che le richieste di tangenti, siano aumentati, ma scarseggiano le denunce. Eppure il commerciante o l’imprenditore deve sapere che può aver paura se è solo a dover lottare contro i suoi aguzzini, ma se si è in tanti è il mafioso che viene messo al bando. Sappiano, i miei colleghi, che oggi il consenso sociale dei camorristi è ridotto ai minimi termini”.
Ci spieghi meglio come lo Stato e le istituzioni possono aiutare chi è vittima del racket.
“Due leggi, la 108 e la 144, sono quelle che tutelano le vittime della camorra ed in particolare delle estorsioni. Eppoi ci sono le sentenze che parlano chiaro: appena ieri sono state inflitte,in Appello, pene esemplari a boss e gregari dei clan di Ercolano che avevano commesso estorsioni a tappeto”.
Ma a Caserta città le cosche marcianisane e i gruppi emergenti locali sono scatenati, nell’Agro Aversano imperversa il clan dei Casalesi, cosa ci può dire in merito?
“So che a Caserta le tensioni sono maggiori, ma anche dieci anni fa a Napoli era così, poi le cose sono cambiate. Bisogna avere coraggio, l’unione fa la forza”.
Carlo Pascarella