PIGNATARO MAGGIORE – E’ uno stimato psicologo-psicoterapeuta specializzato nel campo sistemico-correlazionale. Ma è soprattutto un profondo conoscitore della realtà pignatarese e dei disagi sociali che attanagliano tutto il territorio Agro-caleno.
Adelchi Berlucchi, specializzato come docente per il ministero della Difesa nella formazione della Polizia penitenziaria, in un’intervista a cuore aperto ha manifestato tutta la sua preoccupazione per l’abuso di droghe e alcol che si registra sul territorio da parte soprattutto delle nuove generazioni. “Oggi gli adolescenti – ha dichiarato – vivono momenti particolari fin da subito, spesso utilizzano droghe pesanti quali crack, kobrett e cocaina, il cui prezzo si è notevolmente abbassato e non è più considerata sostanza psicotropa d’elite. I genitori sono i grandi assenti della scena”. Il professionista, che opera in due studi separati a Pignataro e a Caserta, si è soffermato anche sulle differenze che esistono con le grandi città: “Nei piccoli paesi per i ragazzi le sostanze stupefacenti rappresentano spesso una via di fuga. L’alcool per me è la droga peggiore essendo facilmente reperibile ed economica. Spesso i genitori sanno tutto e lasciano correre, sbagliando. Devono avere la forza di chiedere aiuto coinvolgendo i ragazzi disagiati, senza avere vergogna; anche perché l’individuo che esprime il disagio con l’uso di sostanze rivela, in realtà, un disagio familiare.” E allora cosa fare? “La scuola non ha gli strumenti adatti, le Asl hanno carenza di psicologi a causa dei tagli, tutto ciò porta le famiglie a rivolgersi ai privati, ma non tutti possono permetterselo. Mi preme anche sottolineare che ci sono molti cattivi modelli: nel mondo dello spettacolo, in particolare della moda, è aumentato, ad esempio, l’utilizzo di sostanze eccitanti come la cocaina”. In particolare Berlucchi si è soffermato sugli effetti della crisi attuale e sui problemi di dipendenza. “C’è una forte componente ansiosa nei giovanissimi, questo per la paura di non raggiungere obiettivi, di non realizzarsi. E l’ansia ha una forte componente relazionale”. Spesso i ragazzi senza futuro diventano prima “bulli” a scuola, talvolta entrano a far parte della malavita organizzata. “Accade – sostiene lo psicologo – per la bassa autostima di molti ragazzi, che hanno così bisogno di affermarsi seguendo modelli sbagliati. Il bullo vuole affermarsi perché spesso non si è realizzato in famiglia e, in alcuni casi, è già stato “bullato” a sua volta. Purtroppo nelle piccole realtà come Pignataro la figura dello psicologo incute ancora oggi timore quando invece è di grande aiuto. Concludo con alcuni consigli per chi vive disagi di ogni genere: non mollare mai, fermarsi a riflettere e guardarsi sempre dalla testa ai piedi non perdendo in nessun momento di vista sé stessi”.
Carlo Pascarella