Bambini siriani uccisi, incarcerati e torturati, vittime di violenza sessuale, e addirittura utilizzati come scudi umani: e’ questo il quadro drammatico che emerge dal rapporto delle Nazioni Unite sui minori nei conflitti armati. Il documento, che analizza la situazione dei piccoli nelle zone calde del mondo, dall’Afghanistan al Sudan e Sud Sudan, fino allo Yemen e al Congo, riporta anche i risultati forniti dalla missione tecnica Onu inviata sul territorio siriano.
In quasi tutti i casi registrati – si legge nel rapporto – i bambini sono stati vittime di uccisioni, mutilazioni, torture tra cui la sottoposizione a scosse elettriche, violenze sessuali e arresti arbitrari da parte delle forze armate di Damasco e dei miliziani appartenenti al gruppo filo-governativo Shabbiha. Le scuole sono state regolarmente perquisite e utilizzate come basi militari e centri di detenzione. Decine di piccoli siriani di eta’ compresa tra gli 8 e i 13 anni, allontanati con la forza dalle loro case, sono stati utilizzati come scudi umani davanti ai finestrini dei convogli di soldati appartenenti alle forze di Damasco. Dalle interviste con ex soldati dell’esercito e’ emerso inoltre che durante i raid nei villaggi dove si riteneva fossero presenti membri delle forze di opposizione, i comandanti militari hanno dato ordine di sparare indistintamente, anche se le truppe erano a conoscenza che tra i civili c’erano donne e bambini. Le stesse violazioni, riferite all’anno 2011, sono proseguite con continuita’ nel 2012, motivo per cui e’ stato deciso di inserire nel rapporto anche i mesi relativi all’anno in corso. Il testo afferma altresi’ come non ci siano prove di forze governative che abbiano formalmente reclutato minori di 18 anni per combattere nell’esercito, ma almeno in tre separate occasioni e’ stato riportato che bambini di 8 anni di eta’ sono stati utilizzati dai soldati di Damasco e dai miliziani alleati del governo. Infine, secondo segnalazioni credibili ricevute dalle Nazioni Unite, numerosi bambini sono stati reclutati e utilizzati nei combattimenti anche dai ribelli appartenenti alle forze di opposizione.