Il rapporto della Banca d’Italia sulle economie regionali dedicato alla Campania fotografa una “situazione preoccupante”. “In Campania, rispetto al 2011 – ha detto Giuseppe Boccuzzi, direttore della sede di Napoli – è peggiorata la situazione delle famiglie e dei giovani con dati davvero preoccupanti”.


Per le imprese va segnalato che l’offerta di credito per la prima volta ha assunto valori negativi a causa del credit crunch. Le previsioni di Bankitalia “se non ci sarà un peggioramento ulteriore degli spread sono di una fuoriuscita dalla recessione nel 2013 e di una maggiore distensione dell’offerta del credito nella seconda parte dell’anno”. Un segnale di speranza viene dal 21% di imprese campane (circa 4000) che nel 2010 sono riuscite a realizzare, secondo un monitoraggio effettuato da Bankitalia, lo stesso fatturato degli anni 2007-2008 vincendo la gara della selezione.

I dati macro-economici rilevati nel rapporto 2012 di Bankitalia sull’ economia regionale segnalano una Campania che ha fatto peggio di tutte le altre regioni meridionali.”Il Pil regionale si è ridotto per cinque volte negli ultimi nove anni e per quattro anni è aumentato a ritmi prossimi o inferiori all’ 1%”. In cifra assoluta il Pil della Campania ha perso il 9% negli ultimi anni, quasi il doppio di quello delle altre regioni del Sud. Il dato – secondo Bankitalia – si spiega “con il pesante debito accumulato dagli enti localì, mentre “si registra il record nazionale nelle aliquote di quasi tutti i tributi”. Un volano di sviluppo potrebbe essere costituito dall’ utilizzo dei fondi Ue. Ci sono 8 miliardi da spendere entro il 2015, ultimo anno utile. “Se si riuscisse a spenderne 2 mld 1/2 all’ anno l’ effetto sarebbe un aumento di pil del 3-4%”. “Il calo dell’ occupazione – segnala il rapporto di Bankitalia – prosegue quasi ininterrottamente da 8 anni, e nel 2011 ha continuato a concentrarsi nelle componenti giovanili della popolazione”. Stazionari sono rimasti i consumi delle famiglie. “Il loro livello è sensibilmente inferiore a quello del 2007”. Resta però – ha detto Giovanni Iuzzolino, responsabile della divisione analisi e ricerca della sede di Napoli di Bankitalia – “uno stock importante di ricchezza delle famiglie campane, che ammonta ad oltre 600 miliardi, in linea con il resto del Paese, che è già a livelli elevati nel confronti internazionale, anche se a fine 2011 alcune componenti del risparmio finanziario delle famiglie “sono lievemente dimunuite”. Si tratta comunque un potenziale che potrebbe essere investito nelle imprese. Per queste ultime i risultati dell’ indagine di Bankitalia su un campione con almeno 20 addetti indica nel 2011 un “incremento nelle vendite di lieve entità, ma le previsioni per il 2012 sono negative”. I responsabili della Banca d’ Italia – che esercita la vigilanza sugli Istituti di credito – hanno difeso il sistema bancario. “Certo – ha detto Iuzzolino – la restrizione del credito ha colto di sorpresa gli imprenditori, ma va rilevatoche in Campania fino al 2007 il credito erogato è cresciuto del 20% all’ anno e solo ad aprile scorso si è avuto un calo del 1,8%”. Ancora sospeso il giudizio sulla “Banca del Mezzogiorno”, che ha iniziato a gennaio la propria attività. “Non disponiamo ancora di dati – ha detto il direttore delle sede di Napoli di Bankitalia Giuseppe Boccuzzi rispondendo alla domanda di un giornalista,. “Ma una banca vicina alle imprese sarebbe importanté ed in Campania c’ è spazio per qualsiasi iniziativa bancaria”.

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